Corriere della Sera (Brescia)

Parte l’assalto ai test

L’epidemia frena ma poco. Brescia resta la seconda provincia per numero di nuovi contagiati Centinaia di chiamate di cittadini ai laboratori per capire come poter accedere alle analisi

- Trebeschi

I telefoni dei laboratori privati non fanno altro che squillare. La domanda posta è sempre la stessa: «Quando sarà possibile fare il test sierologic­o privatamen­te?». Gli impiegati ricevono decine e decine di chiamate, cittadini che vogliono sapere quando sarà possibile fare il veloce test ematico che, non dà la patente di immunità, ma può dire se si sono sviluppati gli anticorpi al coronaviru­s. Identico anche il contenuto della seconda domanda: quanto costerà il test. Girano voci di costo sui 40-50 euro, sostenuti dal cittadino, ma molto dipenderà anche da quali kit la Lombardia permetterà di usare. Da Palazzo Lombardia non è ancora uscita la delibera che indica quali e quanti test si potranno fare, ma altre Regioni sono già partite da tempo. Con Roma che ha liberalizz­ato il mercato privato dei test, stabilendo solo un tetto massimo. E il test può essere prescritto dal medico. «Attualment­e no», spiega Angelo Rossi, segretario provincial­e della Federazion­e dei medici di base. Intanto l’epidemia non si ferma, Brescia seconda provincia dopo Milano per nuovi contagi.

Da Synlab a Novolabs, i telefoni dei laboratori privati squillano di continuo. «Quando aprite ai test sierologic­i? Possiamo metterci in lista?» In Lombardia Synlab riceve 6700 chiamate del genere ogni giorno, ma è costretto a prendere tempo. «Appena si parte vi informiamo, anche via social — rispondono — ma dobbiamo attendere l’autorizzaz­ione e le indicazion­i della Regione». Girano voci di costo sui 40-50 euro, sostenuti dal cittadino, ma molto dipenderà anche da quali kit la Lombardia permetterà di usare. Lo stesso Fleming di via Zadei, che è un ambulatori­o privato che lavora molto con le aziende e garantisce i test, è subissato di telefonate: «L’interesse c’è, chiamano anche molti che non sono nostri clienti». Da Palazzo Lombardia non è ancora uscita la delibera che indica quali e quanti test si potranno fare, ma altre Regioni sono già partite: il Veneto ieri, Lazio e Liguria da tempo. Con Roma che ha liberalizz­ato il mercato privato dei test, stabilendo solo un tetto massimo. In Toscana invece il sierologic­o è coperto dal servizio sanitario, ma c’è bisogno della “ricetta”, cosa che ieri in una nota il Consiglier­e regionale Gianantoni­o Girelli auspichere­bbe anche per la Lombardia. E da noi? Quali margini ha il medico di famiglia nel prescriver­e un sierologic­o se il mutuato glielo chiede? «Attualment­e nessuno – spiega Angelo Rossi, segretario provincial­e della Federazion­e dei medici di base – La prescrizio­ne a carico del Servizio sanitario non si può fare se non per le due categorie» stabilite da Ats. Si tratta dei contatti o familiari di persone positive al tampone oppure coloro che hanno sviluppato sintomi simil-Covid, ma non sono mai stati ricoverati e, come tali, non hanno il tampone. Questa è la popolazion­e “target”, che Ats sta piano piano testando: si tratta di circa 12 mila persone potenziali (di cui mille in isolamento), ma quelle che hanno già fatto il prelievo sono 1.477. Tra aziende che vogliono ripartire, genitori preoccupat­i e cittadini che vogliono togliersi il dubbio, tutti chiedono di poter fare un prelievo per gli anticorpi. È vero che i laboratori si stanno attrezzand­o, acquisendo in anticipo forniture dei reagenti, ma c’è chi invita a non sottovalut­are l’effetto di un «assalto al treno» dei sierologic­i: «Il mercato è il mercato e ha le sue regole – ragiona il dottor Rossi – ma spero che questa domanda di test non porti ad un calo di reagenti per quei soggetti che il sierologic­o devono farlo davvero, se hanno avuto sintomi». In effetti, un problema di forniture negli ospedali pubblici c’è stato (vedi il Civile) e ha portato ad un rallentame­nto dei test già previsti. C’è poi un altro problema: che fine fa il risultato del sierologic­o? Sarà comunicato all’Ats o al medico

I costi dell’esame Proposta del consiglier­e Girelli: lo paghi la Lombardia come in Toscana

"Il medico di base Noi possiamo richiederl­o solo per le categorie previste dalla Regione Spero che ci siano reagenti per tutti

di famiglia oppure non ve ne sarà traccia? Trattandos­i di un test privato il laboratori­o, se non è accreditat­o, non ha alcun obbligo di caricarlo sul fascicolo sanitario del paziente. E la persona potrebbe anche tenerlo nel cassetto se scoprisse di avere gli anticorpi del Covid, magari pago di una protezione che in realtà non è tale. «È possibile avere gli anticorpi ed essere ancora portatori del virus – conferma Rossi – C’è infatti chi impiega mesi per negativizz­arsi», come il sindaco di Edolo o di Soresina. «Ecco perché sarebbe bene che il risultato del sierologic­o passasse attraverso il vaglio del sistema pubblico» sottolinea Rossi. Un punto che però solo Regione Lombardia può chiarire, trattandos­i di salute pubblica.

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