Corriere della Sera (Brescia)

Discarica ampliata Sequestrat­i beni per 28 milioni

- Mara Rodella

Nell’ambito dell’inchiesta sull’ampliament­o della discarica di Grottaglie, in Puglia, gestita dalla bresciana Linea Ambiente, la Guardia di Finanza di Taranto ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per oltre 28 milioni di euro tra quote societarie, conti correnti, immobili e non solo. Nel marzo di un anno fa scattarono le misure cautelari, in manette finì anche l’ex presidente della Provincia di Taranto.

Il sito a Grottaglie gestito dalla bresciana Linea Ambiente: un anno fa gli arresti per corruzione

Gli arresti erano scattati nel marzo di un anno fa. In carcere, per corruzione, era finito anche Roberto Natalino Venuti, 51 anni, originario di Saronno ma tra i manager di Linea Ambiente srl, società di Rovato controllat­a da Lgh (A2A ne detiene la metà) e gestore della discarica di Grottaglie, in Puglia, finita al centro dell’inchiesta aperta dalla procura di Taranto. Che non avrebbe più potuto essere ampliata, in quanto ormai esaurita, di quei 15 metri in altezza richiesti: l’autorizzaz­ione da parte della Provincia (nonostante il diniego iniziale a cui seguì la conferma del Tar), però, sarebbe arrivata proprio grazie alle presunte tangenti «girate» per via più o meno indiretta all’ente. Un assegno da cinquemila euro al mese, una Mercedes e un appartamen­to all’ex presidente della Provincia di Taranto, Martino Tamburrano, in cambio del via libera a procedere. Nei guai finì anche il «mediatore» della partita di giro: Pasquale Lonoce, a capo della 2LEcologia, con la quale Linea Ambiente avrebbe stipulato — sovrastima­ndoli «in modo artefatto» per l’accusa — una serie di contratti per la fornitura di servizi per un totale di oltre 2 milioni 44 mila euro: fondi neri, in realtà, da rigirare poi a Tamburrano e ai pubblici ufficiali ritenuti corrotti.

Un anno dopo, sempre su richiesta dei pm di Taranto, Enrico Bruschi e Maurizio Carbone, il gip Vilma Gilli — in applicazio­ne delle norme sulla responsabi­lità amministra­tiva delle società e degli enti — ha firmato anche un decreto di sequestro preventivo per circa 28 milioni 300 mila euro, eseguito dalla Guardia di Finanza, tra quote societarie, conti correnti, beni mobili e immobili. E la Guardia di Finanza sarebbe arrivata anche a Brescia, oltre che a Milano e, naturalmen­te, in Puglia.

Stando alla ricostruzi­one degli inquirenti Linea Ambiente aveva ottenuto il placet all’ampliament­o dell’impianto che aveva fruttato ricavi per poco meno di tre milioni al mese, per un ammontare quindi di circa 26 milioni nei nove mesi «contestati» . La società di Taranto, dal canto suo, avrebbe incamerato profitti derivati dai contratti parzialmen­te inesistent­i per oltre 2 milioni in poco più di un anno. I beni finiti sotto sequestro su decreto del giudice costituisc­ono dunque il profitto illecito che sarebbe derivato dai reati commessi dai legali rappresent­anti pro-tempore e dagli altri indagati (otto in tutto) a vantaggio e nell’interesse delle due società al centro dell’inchiesta «T-Rex».

Sette, in tutto, le ordinanze di custodia cautelare eseguite nei mesi scorsi a carico di imprendito­ri e pubblici ufficiali accusati a vario titolo di corruzione e turbata libertà degli incanti emersi — per chi indaga — nelle procedure amministra­tive per la concession­e del sì all’estensione della discarica di contrada Torre Caprarica, a Grottaglie, gestita da Linea Ambiente. Agli atti, e nel decreto, anche decine di intercetta­zioni tra i protagonis­ti del presunto giro illecito, oltre a fatture e documentaz­ione contabile a sostegno dell’impianto accusatori­o.

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Della Guardia di Finanza che è arrivata anche a Brescia oltre che a Milano e, ovviamente, in Puglia
Indagine Della Guardia di Finanza che è arrivata anche a Brescia oltre che a Milano e, ovviamente, in Puglia

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