Dal cartellone mutilato il Grande salva la danza E chiede un piccolo aiuto
Il flirt (sonoro) tra la scosciatissima dea del pianoforte Yuja Wang e il clarinettista Andreas Ottensamer e la trance ipnotica della sacerdotessa-electro Caterina Barbieri sono stati sabotati dallo stramaledetto coronavirus che ha fatto calare i sipari nei teatri: dovremo rinunciare a questo e ad altri concerti, performance e progetti lirici previsti per questa stagione (i dettagli su teatrogrande.it). Ma, tra gli eventi del cartellone mutilato dalla clausura sanitaria, il Teatro Grande è riuscito a salvare Political Mother Unplugged, il lavoro più perverso, colto e brutale del coreografo Hofesh Shechter: i suoi samurai suicida, le percussioni violente e gli assalti fisici sono stati posticipati al 13 novembre. Nel comunicare gli spettacoli cancellati, la Fondazione del Massimo cittadino ha dato le istruzioni per il rimborso dei biglietti: sarà possibile chiederlo (o ottenere ratei di abbonamento) da oggi fino al 27 maggio sul sito vivaticket.com. Chi vuole, invece, può sostenere il Grande e tutti i teatri italiani aderendo a #iorinuncioalrimborso, la campagna nazionale: basta non inoltrare la richiesta entro la data di scadenza. La Fondazione vorrebbe poter conoscere nomi e cognomi dei sostenitori: vanno comunicati alla mail biglietteria@teatrogrande.it. (a.tr.)