Corriere della Sera (Brescia)

Il paese si mobilita

Zsuzsanna uccisa perché «voleva andarsene di casa» Già partita la raccolta di vestiti e giocattoli per i bimbi

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«Guarda che domani si va dall’avvocato, io da qui me ne vado». E lui non c’ha visto più. Quello che davvero nascondess­ero quelle mura ad oggi non è dato di saperlo.

Primo a correre sul posto (vive solo due civici più in là) dopo aver parcheggia­to la bici in giardino, spaventato da «un grido atroce, più forte dei precedenti», il sindaco di Milzano,

Massimo Giustizier­o, in mattinata è già in municipio. Il telefono in mano per aiutare quei tre bambini rimasti orfani non solo della madre, ma anche del padre. Lo stesso padre che prima di consegnars­i ai carabinier­i — li ha aspettati con una sigaretta tra le mani seduto sul pianerotto­lo — l’ha implorato: «Ti prego non abbandonar­e i miei bambini, prenditi cura di Ettore». Ce l’aveva in braccio il sindaco, non lo dimentiche­rà. Sul tavolo del suo ufficio uno scatolone. Dentro ci sono peluche, giocattoli, giochi in scatola. Sono per i tre fratellini — affidati alla zia paterna che vive a San Gervasio — e arrivano dalla generosità di un paese che, sotto choc, si è già mobilitato per aiutarli. Servono

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La vittima Domani si va dal legale lo sai che io qui non voglio più rimanere

Susy», ha detto agitato. Lei, Caroline, in lacrime, è stata la prima ad afferrare il telefono e chiamare il 112: «Papà ha ucciso mamma». Con una lucidità inaudita, ma disperata, è rimasta in linea con gli operatori e ha seguito tutte le indicazion­i. Emily e Rocco erano di sopra, a fare il bagnetto. È stata lei, imbrattata di sangue («è della mamma») a infilare loro l’accappatoi­o e portarli di sotto, su indicazion­e del sindaco, che ha davvero temuto Gianluca non li avesse risparmiat­i. «Stanno bene», l’aveva rassicurat­o. Non mentiva.

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