Congiunti e responsabili
È amaro capire quando un gesto di affetto o di cortesia che ci viene rivolto può mascherare un tornaconto personale. Si apprende di nipoti che non vedevano l’ora di far visita alla vecchia zia quando prima non ci pensavano mai; o di cugini con grande desiderio di incontrarsi quando forse ci si vedeva al matrimonio o al funerale; ma anche di fidanzati che, rimandando gli abbracci ancora per qualche tempo, temono che il loro amore non resista a questa prova e sia destinato a finire. L’apertura del Governo alla «visita ai congiunti» da alcuni è stata intesa come un «liberi tutti». Il 4 maggio per alcuni è iniziato il tempo di sdoganare tutte le precauzioni imposte prima, che hanno permesso di abbattere il numero dei decessi, dei malati e dei positivi. La “visita ai congiunti” è invece la possibilità di recarsi dai propri cari, con senso di responsabilità, per una causa di necessità. La responsabilità non può essere imposta per legge. Se riflettiamo bene, essa è l’atto d’amore più bello verso i nostri cari e verso tutta la città. Vorrei rivolgere perciò un forte ed esplicito invito a tutti: siate responsabili! L’emergenza non è affatto finita! Il numero di chi viene contagiato è ancora purtroppo alto. Il pericolo di contagio è ancora molto elevato e il rischio di altri mesi in isolamento è dietro l’angolo! Anche l’Amministrazione comunale sta agendo all’insegna di questi criteri. Si apriranno progressivamente i parchi. A inizio giugno ricomincerà l’apertura dei cimiteri. È questione di continuare tutti, ancora per un po’, a usare molta prudenza e imporsi qualche sacrificio, per rispetto della città e di tutti i nostri concittadini, perché «forse non lo sai ma pure questo è amore!», come sussurra un’altra bella canzone di Vecchioni.