EVENTI CULTURALI UN MONDO COSTRETTO A «REINVENTARSI»
Caro Tedeschi, da insegnante in pensione appassionato di cose d’arte fino a pochi mesi fa non mi perdevo una grande mostra nel raggio di duecento chilometri, andavo al cinema, partecipavo a incontri pubblici che ritenevo interessanti. Se ripenso alle code per vedere Van Gogh o a certi eventi culturali in cui in platea si stava gomito a gomito per ore, mi sembra di rivedere un mondo scomparso che non tornerà più. Il coronavirus ha ucciso anche l’arte e la cultura?
Luigi Fossati Caro Luigi, non credo che il virus abbia ucciso l’arte e la cultura. Penso anzi che, come spesso accade dopo flagelli come questo che ci costringono a riflettere sui limiti dei nostri sistemi di vita, anzi proprio della nostra stessa vita, ci si possa attendere un di più di capacità interpretativa da scrittori, scultori, artisti che magari non rappresenteranno l’epidemia, ma ne rispecchieranno l’esperienza. È celebre la frase attribuita a Orson Welles pronunciata dal protagonista del Terzo uomo: «L’Italia sotto i
Borgia per trent’anni ha avuto assassinii, guerre e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto cinquecento anni di pace e democrazia a cos’hanno prodotto? Gli orologi a cucù». Una frase a effetto, che tuttavia fa riflettere. Quanto alla cultura, credo che ci siano alcune mode (vedasi le grandi mostre) a cui potremo e probabilmente dovremo rinunciare. Penso che invece il sistema culturale (che produce iniziative, arte, ricchezza comunitaria e posti di lavoro) dovrà serenamente reinventarsi. Ho sentito che il direttore di Brera, James Bradburne, non vive con ansia il momento. Chi lavora sul patrimonio permanente e non sull’effimero, dice Bradburne, non ha da temere. Quanto alla mancanza di liquidità per assenza da due mesi di visitatori, Brera proporrà ai prossimi di pagare, oltre al proprio, un biglietto «sospeso» (come ci fa al bar per i caffè). Mi pare che in queste scelte ci siano tre elementi vitali: la serenità, la creatività, la fiducia nei cittadini.