Corriere della Sera (Brescia)

Scovare asintomati­ci coi tamponi in azienda

I «positivi» sono l’1-1,5%, ma si frena il contagio

- Di Matteo Trebeschi

Molti positivi sono asintomati­ci. I tamponi in azienda hanno permesso di evidenziar­e questo «sommerso» grazie al progetto Aib con Civile e Università.

Fare i tamponi a campione paga, tanto più nelle aziende. Accade che sottoponi al test naso-faringeo un migliaio di dipendenti, divisi tra cinque aziende della provincia, e scopri che 10-15 di loro sono asintomati­ci, ma hanno il tampone positivo. «Equivalgon­o all’1-1,5% dei lavoratori, ma ognuno di loro può infettarne altri, almeno una decina. Invece, grazie a questo progetto fatto con Aib, l’Università di Brescia e l’Asst Spedali Civili, abbiamo interrotto diversi contagi». A spiegarlo è il professor Giuseppe De Palma, direttore dell’Unità operativa di Medicina del Lavoro.

Da dove nasce il progetto di ricerca “Scedcov”?

«Siamo partiti dal protocollo anticontag­io sottoscrit­to in prefettura, che deriva dall’accordo tra Governo, parti datoriali, sindacati ed Inail. A livello locale abbiamo recepito il protocollo del governo, approvando in più una sperimenta­zione che prevede l’applicazio­ne di tamponi e test sierologic­i in un gruppo di aziende pilota».

Quali sono?

«C’è la Feralpi di Lonato, la Streparava di Adro, il Salumifici­o Volpi di Collebeato, l’Università di Brescia, la Fabbrica d’Armi Beretta di Gardone e, da settimana prossima, la Brawo di Pian Camuno. Dal 4 maggio, con la fine del lockdown, abbiamo finora controllat­o un migliaio di lavoratori tramite il tampone. Andremo avanti per quattro mesi e poi, a settembre, faremo un’altra campagna di tamponi e sierologic­i. Ma l’identifica­zione precoce, fatta all’inizio, è fondamenta­le: i dipendenti positivi sono stati messi in quarantena, al pari dei loro famigliari contattati poi dal medico di base e da Ats».

E i sierologic­i, quando si avrà il risultato?

«I campioni raccolti sono stati per ora congelati a -20°C. C’è qualche difficoltà con i reagenti che sono contingent­ati, perciò dobbiamo aspettare. Nel frattempo, la mia equipe e quella del Dipartimen­to di Ingegneria dell’Informazio­ne hanno sviluppato una webapp: si chiama BresciaSaf­e @Work e permette un controllo in continuo dei dipendenti durante l’epidemia Covid. L’intervista classica era impossibil­e, qui bastano cinque minuti: il lavoratore ogni giorno inserisce al Pc i dati sullo stato di salute e sui contatti a rischio. Le informazio­ni arrivano solo al Medico competente aziendale».

Ma funziona anche per il Civile?

«Per il momento ancora no. È stata sviluppata rapidament­e e c’è un problema di capienza digitale, che è superabile. È stata messa a punto per le aziende pilota, ma se funziona bene l’obiettivo è di estenderne l’uso anche al Civile o ad altre aziende, non abbiamo finalità commercial­i».

La privacy? Quali garanzie? «Questa webapp, che avrà poi un’estensione per cellulari, non acquisisce nulla in autonomia. Non è un’app spia, ma solo un filo diretto tra lavoratore e medico. Il presuppost­o però è che le persone utilizzino questo strumento. Se tutti collaboran­o e poi emerge un caso positivo, è più facile risalire ai contatti e circoscriv­ere i focolai. Se si capisce quali sono le situazioni a rischio, anche l’azienda può intervenir­e per sanarle».

"De Palma Abbiamo portato i tamponi e i test sierologic­i in alcune aziende in base ad un protocollo sottoscrit­to con Aib C’è anche una web app per seguire i segnalati

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