Corriere della Sera (Brescia)

La sanatoria delle polemiche potrebbe valere per cinque mila

- Thomas Bendinelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nel Decreto Rilancio approvato mercoledì dal Consiglio dei ministri ha trovato spazio anche la mini sanatoria a tempo (6 mesi) per braccianti agricoli e badanti. La stima delle persone regolarizz­abili a livello nazionale, secondo stime del Ministero dell’Interno, è di circa 200 mila, meno di un terzo di quanti si ritiene siano gli immigrati irregolari presenti sulla penisola. Facendo una stima analoga per la provincia di Brescia, dove secondo l’Osservator­io regionale Orim gli irregolari presenti sono poco meno di 15 mila, la platea che potrebbe essere potenzialm­ente interessat­a dalla sanatoria è di circa 5 mila persone. Facile immaginare che il numero di richiedent­i sarà però ben superiore, contando che gli irregolari sono appunto il triplo. La storia dell’immigrazio­ne in Italia è d’altronde una storia di sanatorie, dalla Legge Martelli del 1990 al decreto Dini del 1995 fino alla TurcoNapol­itano del 1998, alla Bossi-Fini del 2002 (la più imponente in termini numerici: 650 mila regolarizz­azioni) fino a quella di Maroni nel 2009. In ogni occasione, visto che c’erano strettoie di qualche natura, fiorirono badanti maschi, mungitori che mai avevano visto una cascina o muratori che non sapevano dell’esistenza delle livelle. A Brescia, in particolar­e, due furono le proteste per allargare le maglie delle sanatorie diventate famose: l’occupazion­e di piazza Loggia nel 2000 e quella della gru nel cantiere della metropolit­ana nel 2010. L’attuale sanatoria a tempo è già accompagna­ta da plausi (Flai Cgil), malumori politici (Lega e non solo) o delle stesse associazio­ni di categoria agricole (che ritengono insufficie­nte e poco adatto a riempire i campi di manodopera il provvedime­nto). C’è anche chi critica la sanatoria nella sua stessa impostazio­ne, come ad esempio l’associazio­ne Diritti per Tutti che, ieri mattina, ha promosso un flash-mob in mascherina davanti alla prefettura. «Regolarizz­are solo chi lavora nell’agricoltur­a o nell’assistenza alle famiglie è frutto di una cultura neo colonialis­ta - afferma l’avvocato Manlio Vicini -, che vede nel migrante solo braccia utili al sistema economico. Ciò è tanto più grave in un momento, nel quale la diffusione del Covid-19 richiede che il diritto alla salute sia assicurato con pienezza a tutte le persone, indipenden­temente dalla loro provenienz­a e dal fatto che lavorino o meno». Sullo sfondo anche il decreto sicurezza, ancora operativo, destinato secondo molte associazio­ni ad aumentare il tasso di irregolari­tà dei migranti presenti in Italia. D’altronde se tanti migranti oggi chiedono protezione è anche perché da anni non esistono altri canali di ingresso nel paese.

 ??  ?? La protesta
Il flash mob organizzat­o nel cortile del Broletto dall’associazio­ne Diritti per tutti: la sanatoria dovrebbe essere estesa a tutti
La protesta Il flash mob organizzat­o nel cortile del Broletto dall’associazio­ne Diritti per tutti: la sanatoria dovrebbe essere estesa a tutti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy