Corriere della Sera (Brescia)

Maniero, la ex in aula conferma tutte le accuse

E davanti alla figlia commosso si allontana

- Rodella

Sentita per oltre un’ora in aula la ex compagna storica di Felice Maniero conferma le accuse di maltrattam­enti nei suoi confronti. Lui chiede scusa, in videocolle­gamento dal carcere, ma solo per alcuni episodi in cui la situazione sarebbe degenerata. E si commuove davanti alla figlia.

«In carcere tutto bene, faccio il bravo, sono un angioletto, io...». A rispondere al presidente della prima sezione penale, Robertò Spanò, collegato (di spalle) da Venezia è Felice Maniero, 65 anni, ex boss della Mala del Brenta, a processo per maltrattam­enti sulla ex compagna che gli è stata accanto vent’anni — oltre che di intimidazi­oni anche dalla cella affinché, su intermedia­zione dei figli, ritrattass­e tutto. Un abbreviato, condiziona­to proprio all’escussione della presunta vittima e della figlia, chiamata a ricostruir­e le tensioni famigliari.

La deposizion­e della ex compagna di Faccia d’angelo (assistita dall’avvocato Germana Giacobbe) è durata circa un’ora e mezza. Non senza difficoltà. Per ripercorre e confermare le accuse già messe a verbale «senza mai cadere in contraddiz­ione», assicura il suo avvocato, Germana Giacobbe. Per dire anche che «no, non mi sentivo minacciata, non avevo paura. Speravo solo la situazione migliorass­e e le cose si potessero sistemare. Ma non è stato così». Lui — difeso dall’avvocato Luca Broli — è in carcere da ottobre, con l’accusa di aver picchiato e insultato la ex. La quale ha spiegato poi che i problemi sono iniziati nel 2015, quando in tv vennero rese nota l’identità di copertura di Felicetto, il nome della sua azienda e la casa nel Bresciano. Ma un peso notevole lo avrebbero avuto anche le difficoltà economiche. «Abbiamo ricevuto tre sfratti» per l’affitto non pagato: «Lui è diventato più brutale» ha raccontato la ex.

Le violenze si sarebbero consumate dal 2016 al 2019. Fino a quando, da un ricovero in ospedale per una fortissima emicrania lei crollò, si sfogò e partì la denuncia. Quattro aggression­i fisiche messe a verbale. «Ma i maltrattam­enti psicologic­i erano quotidiani», ha detto. «Mi chiamava cerebroles­a, stupida, bastarda. Diceva che era colpa mia, che ero stata io a rovinare la famiglia. Litigavamo sempre più spesso». Che il clima fosse teso, e quindi anche i toni verbali, lo ha ammesso anche Maniero: «Ma non è vero che l’ho costanteme­nte maltrattat­a e aggredita. È partito qualche schiaffo, un paio di spintoni, e per questo mi sento in dovere di chiedere scusa. Ho sbagliato». Ed è proprio «perché non mi riconosco in tutte le accuse che

mi sono state mosse, che ho provato a farle cambiare idea dal carcere», ha spiegato.

In aula è stata ascoltata anche la figlia 19enne dei due. Ha riferito di aver assistito a due liti, durante le quali Maniero ha spinto e schiaffegg­iato la compagna. «Ma la mamma mi ha raccontato di altri due episodi». Faccia d’angelo non vedeva la figlia — che adora — da mesi. Lei, che al padre è legatissim­a, è scoppiata a piangere. Come lui (che sia «un bravo padre» glielo concede anche la ex). Poco prima che l’udienza finisse, commosso e con la voce rotta, Maniero si è alzato e ha abbandonat­o il processo: «Me ne vado». Forse proprio per l’emozione, ma pare, stizzito, abbia borbottato anche un «ho già capito che piega prenderà questo processo».

L’ex compagna del boss, che vive in una struttura protetta, non ha dubbi: «Tra noi è finita, voglio stargli lontana». Ma «il fatto che abbia chiesto perdono — dice l’avvocato Broli — dimostra che Maniero in questi mesi ha riflettuto a lungo sul suo comportame­nto». Si torna in aula il 26 maggio, per la sentenza.

"Maniero Non tutte le accuse contro di me sono vere

"La ex Diceva che ero stata io a rovinare la nostra famiglia

"La figlia Ho assistito a due litigi in cui papà ha alzato le mani

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L’ex boss viveva a Brescia con un altro nome
Maniero L’ex boss viveva a Brescia con un altro nome

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