Bar, la corsa ai plateatici
Polemica sui plateatici: mentre la Loggia ha concesso l’ampliamento a chi li ha già, la Lega solleva il problema burocratico dei locali che non hanno mai chiesto la pratica.
Per il culto etilico nei bar che non possono avere plateatici oversize, i cavernicoli (ormai ex: i domiciliari sono finiti) dovranno mettersi in cerchio, senza trasgredire di un centimetro: i confini saranno tracciati con le bombolette spray. Durante l’ennesima videochiamata con il sindaco Emilio Del Bono, i frontmen di #chiusiperbrescia hanno proposto una soluzione per i locali di taglia-shottino, quelli che non possono chiedere plateatici per questioni di spazio: i clienti potrebbero bere on the road, fuori dal bar, restando dentro i cerchi disegnati sull’asfalto e distanti un metro e mezzo l’uno dall’altro (in modo da rispettare le regole anti-contagio). Il modello è ispirato al Domino Park di New York, zona East Rive, dove il pubblico è stato «ammaestrato» allo stesso modo.
Per ora, resta un’idea: «Al momento — fa sapere l’assessore al Commercio Valter Muchetti — ci stiamo concentrando sulle richieste di ampliamento dei plateatici: finora (ieri, ndr) ce ne sono arrivate circa 120. Brescia è stata tra le prime città in Italia a firmare la delibera». La Loggia ha concesso misure extralarge: i locali possono ottenere fino al 50% di spazio in più nel giro di 48 ore (senza scocciature burocratiche). L’anno scorso, 277 gestori hanno chiesto dehors annuali, e altri 104 semestrali: il consiglio è di spicciarsi e inoltrare le pratiche. Seguendo le premesse: gli ombrelloni dovranno rispettare il dress-code (palo centrale e tessuto in fibra naturale ecrù, bianco o grigio ghiaccio). E restano vietati i gazebo in centro storico: «Le regole — continua Muchetti — sono sempre le stesse: bar e ristoranti dovranno ricorrere a plateatici di un certo tipo». Quanto ai locali che non hanno spazio nemmeno per mettere uno sgabello esterno, «valuteremo soluzioni zona per zona». Un esempio: «Al Carmine, potremmo ampliare le aree pedonali da un certo orario in poi. Non abbiamo ancora deciso». In un comunicato stampa, però, la Lega ha fatto polemica: «Le attività che fino ad oggi non avevano uno spazio esterno sono costrette a partire da zero, seguendo il procedimento ordinario». I consiglieri Simona Bordonali e Michele Maggi hanno firmato un Odg per chiedere alla Loggia meno scartoffie, meno costi e procedure più veloci.
Ieri si è discusso anche di bollette: l’abolizione della Cosap costerà circa 300 mila euro di mancati introiti tra giugno e ottobre. Il governo ha garantito fondi a tutti i commercianti, ma pare non sia così: «Stiamo aspettando i dettagli del Dpcm per verificare se ci siano risorse sufficienti per tutta Italia. Stando alle fonti Anci è improbabile» fa sapere l’assessore. Capitolo Tari: l’idea è di esentarne il pagamento per cinque mesi. Del Bono potrebbe attingere alle risorse del fondo Sostieni Brescia. «Non vogliamo fermarci qua: faremo il possibile per aiutare tutti i commercianti» dice Muchetti.
Intanto, alcuni locali hanno ripreso a servire caffè, cocktail e piatti caldi ai tavoli: il consenso a pause pranzo, aperitivi e cene è in vigore da lunedì. Ma non tutti sono voluti tornare dietro al bancone: Piantavigna, Riserva del Grande, Nazareni e Sottoscala, per esempio, preferiscono aspettare qualche giorno per non favorire comportamenti indisciplinati.