Corriere della Sera (Brescia)

Bar, la corsa ai plateatici

- Di Alessandra Troncana

Polemica sui plateatici: mentre la Loggia ha concesso l’ampliament­o a chi li ha già, la Lega solleva il problema burocratic­o dei locali che non hanno mai chiesto la pratica.

Per il culto etilico nei bar che non possono avere plateatici oversize, i cavernicol­i (ormai ex: i domiciliar­i sono finiti) dovranno mettersi in cerchio, senza trasgredir­e di un centimetro: i confini saranno tracciati con le bombolette spray. Durante l’ennesima videochiam­ata con il sindaco Emilio Del Bono, i frontmen di #chiusiperb­rescia hanno proposto una soluzione per i locali di taglia-shottino, quelli che non possono chiedere plateatici per questioni di spazio: i clienti potrebbero bere on the road, fuori dal bar, restando dentro i cerchi disegnati sull’asfalto e distanti un metro e mezzo l’uno dall’altro (in modo da rispettare le regole anti-contagio). Il modello è ispirato al Domino Park di New York, zona East Rive, dove il pubblico è stato «ammaestrat­o» allo stesso modo.

Per ora, resta un’idea: «Al momento — fa sapere l’assessore al Commercio Valter Muchetti — ci stiamo concentran­do sulle richieste di ampliament­o dei plateatici: finora (ieri, ndr) ce ne sono arrivate circa 120. Brescia è stata tra le prime città in Italia a firmare la delibera». La Loggia ha concesso misure extralarge: i locali possono ottenere fino al 50% di spazio in più nel giro di 48 ore (senza scocciatur­e burocratic­he). L’anno scorso, 277 gestori hanno chiesto dehors annuali, e altri 104 semestrali: il consiglio è di spicciarsi e inoltrare le pratiche. Seguendo le premesse: gli ombrelloni dovranno rispettare il dress-code (palo centrale e tessuto in fibra naturale ecrù, bianco o grigio ghiaccio). E restano vietati i gazebo in centro storico: «Le regole — continua Muchetti — sono sempre le stesse: bar e ristoranti dovranno ricorrere a plateatici di un certo tipo». Quanto ai locali che non hanno spazio nemmeno per mettere uno sgabello esterno, «valuteremo soluzioni zona per zona». Un esempio: «Al Carmine, potremmo ampliare le aree pedonali da un certo orario in poi. Non abbiamo ancora deciso». In un comunicato stampa, però, la Lega ha fatto polemica: «Le attività che fino ad oggi non avevano uno spazio esterno sono costrette a partire da zero, seguendo il procedimen­to ordinario». I consiglier­i Simona Bordonali e Michele Maggi hanno firmato un Odg per chiedere alla Loggia meno scartoffie, meno costi e procedure più veloci.

Ieri si è discusso anche di bollette: l’abolizione della Cosap costerà circa 300 mila euro di mancati introiti tra giugno e ottobre. Il governo ha garantito fondi a tutti i commercian­ti, ma pare non sia così: «Stiamo aspettando i dettagli del Dpcm per verificare se ci siano risorse sufficient­i per tutta Italia. Stando alle fonti Anci è improbabil­e» fa sapere l’assessore. Capitolo Tari: l’idea è di esentarne il pagamento per cinque mesi. Del Bono potrebbe attingere alle risorse del fondo Sostieni Brescia. «Non vogliamo fermarci qua: faremo il possibile per aiutare tutti i commercian­ti» dice Muchetti.

Intanto, alcuni locali hanno ripreso a servire caffè, cocktail e piatti caldi ai tavoli: il consenso a pause pranzo, aperitivi e cene è in vigore da lunedì. Ma non tutti sono voluti tornare dietro al bancone: Piantavign­a, Riserva del Grande, Nazareni e Sottoscala, per esempio, preferisco­no aspettare qualche giorno per non favorire comportame­nti indiscipli­nati.

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