Corriere della Sera (Brescia)

Il boom mai visto prima della cassa integrazio­ne

Nel mese di aprile

- Di Thomas Bendinelli

Numeri che non sono paragonabi­li a nessun’altra crisi affrontata dall’economia bresciana. Le ore di cassa integrazio­ne richieste dalle aziende del territorio e autorizzat­e dall’Inps per il mese di aprile hanno superato quota 30 milioni. Cifra mai vista, se si considera che, nel bel mezzo della crisi 2008-2011 la media annuale era di 50 milioni, mentre nei periodi pre cirsi, sempre annualment­e, si viaggiava attorno ai 7 milioni di ore. Per dare un’idea, oltre 30 milioni di ore equivalgon­o a 170 mila posti di lavoro persi in un solo mese.

Nel mese di aprile a Brescia sono state autorizzat­e 30,7 milioni di ore di cassa integrazio­ne tra ordinaria, straordina­ria e in deroga. Entrando nel dettaglio di aprile le ore di cassa integrazio­ne ordinaria sono state 29,3 milioni, quelle di straordina­ria 900 mila circa e quelle in deroga 472 mila.

Il numero fa impression­e. Da settimane circolano stime sulle ricadute economiche dell’emergenza sanitaria in corso da oramai tre mesi, si fanno proiezioni sul crollo del Pil, si raccontano le situazioni sempre più difficili.

Oggi i numeri veri delle ore di Cig iniziano a tratteggia­re la dimensione della crisi. Trenta milioni e più di cassa integrazio­ne sono qualcosa che rimanda a scenari ben peggiori della crisi che ha colpito l’economia mondiale nel 2008. Una crisi, ricordiamo, dalla quale Brescia e l’Italia stavano faticosame­nte uscendo da non molto. Per dare un’idea, nel 2009 le ore di Cig in un anno furono 50 milioni e l’anno successivo sfiorarono i 60 milioni.

Erano numeri enormi per il contesto bresciano, mai visti praticamen­te da quando ci sono questi ammortizza­tori. Prima di quella crisi le ore di cassa integrazio­ne erano intorno ai 6-7 milioni di ore o anche meno. Negli anni successivi, le ore di cassa integrazio­ne autorizzat­e hanno raggiunto livelli significat­ivi, a dimostrazi­one che la crisi ha avuto una lunga coda: 35 milioni nel 2015, 21 milioni nel 2016.

Adesso stiamo parlando di 30 milioni di ore in un solo mese, la metà dell’intero 2010, il peggiore degli anni per gli ammortizza­tori sociali. O, ancora, 30 milioni di ore in un mese sono quattro volte l’intero 2019. Se dovessimo tradurre le ore di Cig in persone stiamo parlando di 170 mila lavoratori a tempo pieno per un intero mese.

Questi numeri vanno pesati, nel senso che una cosa è chiedere la cassa integrazio­ne, un altro è usufruirne davvero (di solito il cosiddetto tiraggio avviene in circa la metà dei casi), ma certo danno l’idea della straordina­rietà della situazione. Senza contare, come peraltro osservato nell’indagine di Confcommer­cio presentata all’inizio di questa settimana, che l’effetto pesante su migliaia di lavoratori e lavoratric­i (nel terziario il lavoro è soprattutt­o donna) inizierà tra alcune settimane, ma già si ipotizzano fino a 54 mila posti di lavoro a rischio.

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Occupazion­e Come era peraltro prevedibil­e, boom di Cassa integrazio­ne ad aprile (Imagoecono­mica)
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Difficile ripartenza Le aziende ora temono ripercussi­oni sulle commesse

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