Il boom mai visto prima della cassa integrazione
Nel mese di aprile
Numeri che non sono paragonabili a nessun’altra crisi affrontata dall’economia bresciana. Le ore di cassa integrazione richieste dalle aziende del territorio e autorizzate dall’Inps per il mese di aprile hanno superato quota 30 milioni. Cifra mai vista, se si considera che, nel bel mezzo della crisi 2008-2011 la media annuale era di 50 milioni, mentre nei periodi pre cirsi, sempre annualmente, si viaggiava attorno ai 7 milioni di ore. Per dare un’idea, oltre 30 milioni di ore equivalgono a 170 mila posti di lavoro persi in un solo mese.
Nel mese di aprile a Brescia sono state autorizzate 30,7 milioni di ore di cassa integrazione tra ordinaria, straordinaria e in deroga. Entrando nel dettaglio di aprile le ore di cassa integrazione ordinaria sono state 29,3 milioni, quelle di straordinaria 900 mila circa e quelle in deroga 472 mila.
Il numero fa impressione. Da settimane circolano stime sulle ricadute economiche dell’emergenza sanitaria in corso da oramai tre mesi, si fanno proiezioni sul crollo del Pil, si raccontano le situazioni sempre più difficili.
Oggi i numeri veri delle ore di Cig iniziano a tratteggiare la dimensione della crisi. Trenta milioni e più di cassa integrazione sono qualcosa che rimanda a scenari ben peggiori della crisi che ha colpito l’economia mondiale nel 2008. Una crisi, ricordiamo, dalla quale Brescia e l’Italia stavano faticosamente uscendo da non molto. Per dare un’idea, nel 2009 le ore di Cig in un anno furono 50 milioni e l’anno successivo sfiorarono i 60 milioni.
Erano numeri enormi per il contesto bresciano, mai visti praticamente da quando ci sono questi ammortizzatori. Prima di quella crisi le ore di cassa integrazione erano intorno ai 6-7 milioni di ore o anche meno. Negli anni successivi, le ore di cassa integrazione autorizzate hanno raggiunto livelli significativi, a dimostrazione che la crisi ha avuto una lunga coda: 35 milioni nel 2015, 21 milioni nel 2016.
Adesso stiamo parlando di 30 milioni di ore in un solo mese, la metà dell’intero 2010, il peggiore degli anni per gli ammortizzatori sociali. O, ancora, 30 milioni di ore in un mese sono quattro volte l’intero 2019. Se dovessimo tradurre le ore di Cig in persone stiamo parlando di 170 mila lavoratori a tempo pieno per un intero mese.
Questi numeri vanno pesati, nel senso che una cosa è chiedere la cassa integrazione, un altro è usufruirne davvero (di solito il cosiddetto tiraggio avviene in circa la metà dei casi), ma certo danno l’idea della straordinarietà della situazione. Senza contare, come peraltro osservato nell’indagine di Confcommercio presentata all’inizio di questa settimana, che l’effetto pesante su migliaia di lavoratori e lavoratrici (nel terziario il lavoro è soprattutto donna) inizierà tra alcune settimane, ma già si ipotizzano fino a 54 mila posti di lavoro a rischio.