Corriere della Sera (Brescia)

Una mano all’ecobonus

L’appello di Legambient­e alla Loggia: dia l’esempio e aiuti i bresciani

- Di Matteo Trebeschi

Mai come oggi, il Comune di Brescia è chiamato a fare la propria parte per facilitare la riqualific­azione energetica degli edifici. Perché non esentare dal pagamento della tassa di occupazion­e del suolo pubblico i ponteggi che servono per gli isolamenti termici delle case? Superando magari uno dei paradossi del regolament­o edilizio di Brescia per cui, realizzand­o il cappotto esterno, i condomini vanno ad aumentare — anche se solo di pochi centimetri — l’ampiezza dell’edificio, occupando quello che si chiama «spazio privato ad uso pubblico», cioè l’area intorno al condominio. Perché quindi non consentire «l’occupazion­e permanente e a titolo gratuito» di quest’area? Se lo domanda il circolo di Legambient­e, che chiede a Palazzo Loggia di fare tutto ciò che è possibile per spingere i cittadini a ridurre la dispersion­e termica dei propri edifici. Ben sapendo che questo settore, in Italia, rappresent­a «il 40% del consumo energetico». Una sfida centrale per il futuro, tanto più con il cambiament­o climatico che renderà sempre più salate le bollette elettriche dei condiziona­tori.

Ecco perché Legambient­e suggerisce non solo l’introduzio­ne di bonus volumetric­i aggiuntivi (sull’esempio «di quanto già fatto per i villaggi Marcolini»), ma anche di informare i bresciani sulle opportunit­à che la legge prevede. Il governo ha poco approvato l’Ecobonus al 110%: significa che diversi interventi (coibentazi­one, impianti di riscaldame­nto e raffrescam­ento ad alta efficienza) potranno essere detratti dalle tasse. Una detrazione spalmata su più anni, che va a tagliare il prelievo fiscale e — questa la novità — regala un 10% in più rispetto alla spesa sostenuta. Certo, il cittadino deve anticipare i soldi, anche se è prevista la «cessione del credito fiscale» che può ridurre di molto la spesa: si parla in questo caso di «sconto in fattura» — paghi meno la ditta, che però deve accettare questa opzione, ed è poi l’azienda stessa che usa il tuo credito — o di «cessione del credito» alla banca, con il tuo anticipo che viene poi rimborsato. Esistono poi limiti al tetto massimo rimborsabi­le: il cappotto, ad esempio, ha un tetto di 60 mila euro se si tratta di una casa indipenden­te, ma i 60 mila euro valgono per ogni condomino se si tratta di una palazzina. Insomma, l’opportunit­à c’è. Motivo per cui il Comune di Brescia «dovrebbe istituire uno “sportello energia” (sia fisico che on-line) dove dare informazio­ni utili ai cittadini», prescinden­do dai singoli produttori, dice Legambient­e. E poi «fornire un canale preferenzi­ale (“fast track”) per l’analisi in commission­e edilizia e paesaggio» per le pratiche di questo tipo.

L’associazio­ne ambientali­sta suggerisce di non allentare i monitoragg­i: si prevedano ad esempio «controlli a campione sugli impianti termici a combustion­e per verificare che siano iscritti al Catasto regionale e che siano a norma».

Il primo passo, però, sarebbe quello di dare l’esempio: da qui la richiesta che la Loggia riqualific­hi i propri edifici pubblici (esistono incentivi dedicati, come il «conto termico che copre a fondo perduto fino al 40% della spesa») sotto l’egida di un Energy manager. Chiamato per prima cosa a fare la «diagnosi energetica» di ogni edificio, così da individuar­e gli interventi più urgenti.

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