Mascherine, cibo e farmaci a domicilio per i bresciani
La Protezione Civile comunale attiva su più fronti: consegna a domicilio pacchi alimentari e farmaci presidia i parchi e aiuta nella tumulazione di 750 urne
L’emergenza coronavirus non è finita. E la poderosa macchina della Protezione Civile comunale, che in città ha coordinato una settantina di associazioni e 700 volontari nella consegna a domicilio di pacchi alimentari, medicine e bombole d’ossigeno, libri, non va certo in ferie. «Da domani e fino a metà giugno inizieremo la distribuzione di altre 200 mila mascherine, che si sommano alle 150 mila già consegnate a consigli di quartiere, case di riposo, comunità religiose. Altre 130 mila ne arriveranno dalla Regione» ha spiegato ieri Elsa Boemi, responsabile del settore Protezione Civile in Loggia, in collegamento streaming con l’omonima commissione consiliare. Ognuna delle 94.800 famiglie residenti in città avrà quindi altri presidi di protezione individuali.
È lei, insieme Francesca Begni (settore Servizi Sociali) e Daria Rossi (Ambiente) a dare ai consiglieri comunali un affresco completo di quanto fatto in questi terribili settanta giorni. Certo, a marzo la macchina organizzativa ha faticato ad entrare in funzione. «Ci sono stati dei ritardi» ha stigmatizzato Gianpaolo Natali (Fratelli d’Italia) al quale ha replicato l’assessore Valter Muchetti: «Il centro operativo comunale (Coc) è stato istituto il 10 marzo; all’inizio però l’emergenza era soprattutto di carattere sanitario. I volontari ci chiamavano ma non avevamo nulla di specifico da fargli fare». Poi ad aprile il lavoro è arrivato. Ed è stato tanto. Non solo la consegna a domicilio della spesa e dei farmaci ma anche di 1500 computer e tablet, 580 dei quali messi a disposizione da diversi istituti scolastici della città (Arnaldo, Leonardo, Itis Castelli e altri). Oggi verranno consegnati altri 80 tablet a ragazzini meno fortunati di altri, che non hanno genitori in grado di assicurare loro gli adeguati strumenti per seguire le lezioni online.
I volontari coordinati dalla
Protezione Civile (tra cui anche moltissimi dipendenti comunali) fino al 7 luglio aiuteranno nel pietoso compito di tumulare le 750 urne cinerarie che stanno rientrando nei cimiteri cittadini. Per questo sono ancora chiusi. «Quando riapriranno?» chiede Michele Maggi della Lega. «La tumulazione ma anche i lavori dei marmisti e dei giardinieri che stanno rendendo decorosi i nostri cimiteri termineranno in settimana nella zona sud. Poi inizieremo a est. La riapertura è prevista a giugno» anticipa Muchetti.
Il compito della Protezione Civile prosegue anche nel controllo dei parchi, degli ambulatori mobili di Asst che da lunedì si sposteranno dal liceo Leonardo alla Fiera. «Ed anche il bisogno di pacchi alimentari non è certamente rientrato» ricorda Begni, che sta coordinando la generosità di decine di associazioni ed enti (Caritas su tutte). Un lavoro riconosciuto dai cittadini, che ricambiano come possono con la loro riconoscenza: «Dei tassisti ad esempio ci portano ogni mattina dei dolci fatti dalle loro mogli» ricorda Boeri. E l’autunno sarà
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Elsa Boemi Aiutiamo la città anche grazie ai 700 volontari ma l’emergenza non è ancora finita
densissimo di impegni: una serie di incontri nei quartieri per fare prevenzione e raccontare come si è risposto allo tsunami di dolore portato dal Covid.
Certo qualche margine di miglioramento può esserci: «Il Comune non ha voluto una commissione ad hoc per capire cosa è andato storto, spero però che tutti i dati che avete raccolto vengano conservati in un apposito protocollo» incalza Paola Vilardi (Forza Italia) che chiede conto anche delle criticità emerse in qualche quartiere. Il tempo per analizzare con calma quanto successo ci sarà: serve pensare anche «una progettazione che faccia da contenitore» a tutta la generosità dimostrata dai bresciani, chiude la presidente di commissione, Anita Franceschini.