La Diocesi lancia «pagine» di Covid
E i comuni pensano a ricordare le decine di morti, molti han fatto la storia dei paesi
Ricordare anche solo per non commettere gli errori del passato, fare memoria per fissare la testimonianza di una comunità viva, provata, ma che non si è mai arresa; che ha pianto oltre duemila morti, ma che ha saputo rialzarsi. Ora che l’emergenza è passata e la gente sta cercando timidamente a tornare ad una vita quasi normale, in molti si fanno una domanda: come ricordare questa tragedia? La Diocesi di Brescia per volontà del vescovo Pierantonio Tremolada lancia una raccolta di racconti e ricordi da raccogliere nell’iniziativa «Il filo delle memorie Brescia Covid 19», mentre numerosi comuni pensano a come onorare in modo stabile i tanti morti, molti dei quali hanno fatto la storia delle comunità.
Se ne sono andati i ricostruttori, cioè coloro che hanno preso in mano cumuli di macerie belliche e hanno eretto nuove città. Sono scomparsi i custodi della memoria: senza di loro «normalità» è solo una parola, l’eco di qualcosa che c’era e che adesso non è più.
«Il virus ha colpito i testimoni di un’epoca, si è portato via una generazione che ha visto la ricostruzione e ha tratto dalle difficoltà la volontà di ricominciare»: per Manlio Milani, presidente della Casa della memoria, il punto di partenza di un’imprevista nuova ricostruzione «è la straordinaria solidarietà che c’è stata. Come abbiamo curato la ferita di Piazza della Loggia, con il raggiungimento di una verità, anche se parziale, possiamo tentare di curare queste nuove ferite». E per farlo «dovremmo trovare un momento per ricordare le vittime, intitolare a loro un memoriale, come stimolo per cogliere le difficoltà che sono emerse e superarle».
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Milani Come abbiamo curato le ferite di Piazza della Loggia con una verità pur parziale allora possiamo tentare di curare queste nuove ferite
«Alla loro memoria, alla nostra storia — aggiunge Mario Gorlani, presidente di Fondazione della civiltà bresciana, attenta cultrice da sempre della storia contemporanea della nostra provincia — dobbiamo lo sforzo di ripartire. Brescia ne è stata capace in altri terribili momenti, proprio attingendo a quelle qualità morali e culturali che l’hanno sempre contraddistinta. Lo saprà fare anche questa volta».
E nemmeno chi abita anni smemorati in situazioni eccezionali può sottrarsi all’esercizio del ricordo: con il progetto «Il filo delle memorie - Brescia Covid 19» la Diocesi, su sollecitazione del vescovo Pierantonio Tremolada, chiama a raccolta storie, racconti e impressioni dei testimoni di un tempo inedito. L’invito (per tutti) è quello di inviare brevi video o testi all’indirizzo di posta elettronica memorie@diocesi.brescia.it e iniziare così un primo percorso di ricostruzione.
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Gorlani Alla memoria delle vittime dobbiamo lo sforzo di ripartire. Brescia ne è già stata capace attingendo alle qualità morali e culturali