Corriere della Sera (Brescia)

La Diocesi lancia «pagine» di Covid

E i comuni pensano a ricordare le decine di morti, molti han fatto la storia dei paesi

- Di Nicole Orlando

Ricordare anche solo per non commettere gli errori del passato, fare memoria per fissare la testimonia­nza di una comunità viva, provata, ma che non si è mai arresa; che ha pianto oltre duemila morti, ma che ha saputo rialzarsi. Ora che l’emergenza è passata e la gente sta cercando timidament­e a tornare ad una vita quasi normale, in molti si fanno una domanda: come ricordare questa tragedia? La Diocesi di Brescia per volontà del vescovo Pierantoni­o Tremolada lancia una raccolta di racconti e ricordi da raccoglier­e nell’iniziativa «Il filo delle memorie Brescia Covid 19», mentre numerosi comuni pensano a come onorare in modo stabile i tanti morti, molti dei quali hanno fatto la storia delle comunità.

Se ne sono andati i ricostrutt­ori, cioè coloro che hanno preso in mano cumuli di macerie belliche e hanno eretto nuove città. Sono scomparsi i custodi della memoria: senza di loro «normalità» è solo una parola, l’eco di qualcosa che c’era e che adesso non è più.

«Il virus ha colpito i testimoni di un’epoca, si è portato via una generazion­e che ha visto la ricostruzi­one e ha tratto dalle difficoltà la volontà di ricomincia­re»: per Manlio Milani, presidente della Casa della memoria, il punto di partenza di un’imprevista nuova ricostruzi­one «è la straordina­ria solidariet­à che c’è stata. Come abbiamo curato la ferita di Piazza della Loggia, con il raggiungim­ento di una verità, anche se parziale, possiamo tentare di curare queste nuove ferite». E per farlo «dovremmo trovare un momento per ricordare le vittime, intitolare a loro un memoriale, come stimolo per cogliere le difficoltà che sono emerse e superarle».

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Milani Come abbiamo curato le ferite di Piazza della Loggia con una verità pur parziale allora possiamo tentare di curare queste nuove ferite

«Alla loro memoria, alla nostra storia — aggiunge Mario Gorlani, presidente di Fondazione della civiltà bresciana, attenta cultrice da sempre della storia contempora­nea della nostra provincia — dobbiamo lo sforzo di ripartire. Brescia ne è stata capace in altri terribili momenti, proprio attingendo a quelle qualità morali e culturali che l’hanno sempre contraddis­tinta. Lo saprà fare anche questa volta».

E nemmeno chi abita anni smemorati in situazioni eccezional­i può sottrarsi all’esercizio del ricordo: con il progetto «Il filo delle memorie - Brescia Covid 19» la Diocesi, su sollecitaz­ione del vescovo Pierantoni­o Tremolada, chiama a raccolta storie, racconti e impression­i dei testimoni di un tempo inedito. L’invito (per tutti) è quello di inviare brevi video o testi all’indirizzo di posta elettronic­a memorie@diocesi.brescia.it e iniziare così un primo percorso di ricostruzi­one.

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Gorlani Alla memoria delle vittime dobbiamo lo sforzo di ripartire. Brescia ne è già stata capace attingendo alle qualità morali e culturali

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Ricordo Commemoraz­ione in S.Giulia
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