Il Prefetto irato: «Da martedì numero chiuso ed i vigilantes»
Martedì in prefettura si terrà il Comitato per l’ordine e la sicurezza in cui verranno prese decisioni per evitare che capiti nuovamente quanto si è verificato l’altra sera «Giovani incoscienti, che delusione»
«Pensavo di trovarmi di fronte figli e nipoti di padri e nonni ammazzati dal coronavirus; consci del pericolo, pronti a prestare la loro collaborazione al fine di evitare un recrudescenza dell’epidemia. Ci siamo imbattuti in un’orda di tremila strafottenti. Lo dico con rammarico, non me l’aspettavo». È molto scorato il prefetto Attilio Visconti per quanto accaduto l’altra sera in piazza Arnaldo, in città. Lui, che è stato contagiato dal coronavirus (in modo asintomatico) e che da due mesi e mezzo sta lavorando pancia a terra per arginare le disastrose conseguenze sanitarie, sociali, economiche dell’epidemia.
Non vi aspettavate quello che è accaduto? Non si poteva contingentare l’ingresso alla piazza come chiede la Lega indicando il modello Pisa?
«La questura aveva previsto la presenza nei luoghi della movida di una dozzina di pattuglie. Poi c’era la polizia locale. Non abbiamo ignorato il problema, l’avevamo previsto, tant’è che il questore aveva fatto una magnifica ordinanza per il controllo dei luoghi sensibili. Purtroppo con la riapertura di bar e attività produttive è tornata a farsi viva anche la criminalità e ieri sera diverse pattuglie sono state chiamate per interventi urgenti. Ma diciamoci la verità, non mi sarei mai aspettato l’arrivo di tremila persone, che ne hanno fatte di tutti i colori. Di fronte ad una massa così imponente di gente anche dieci pattuglie delle forze dell’ordine potevano fare bene poco. Sono davvero scorato: episodi simili potevano accadere in altre parti d’Italia, ma non a Brescia, che ha pagato un prezzo così alto in termini di vite e dolore. Rispondo anche alle opposizioni in Loggia: non è colpa delle istituzioni. Questura, Comune, prefettura ma anche i gestori dei locali hanno fatto tutti la loro parte. Purtroppo pensavamo di avere la collaborazione attiva dei giovani mentre ho visto una inaudita incoscienza e strafottenza. Dobbiamo dare una risposta molto dura a questi ragazzi: significa che hanno vissuto il lockdown come una vessazione imposta, non hanno introiettato la gravità del problema. Il virus non è sparito, non c’è ancora un vaccino che ci può fare dormire sonni tranquilli».
Il sindaco ha deciso di chiudere la piazza alle 21.30 ieri e oggi. Altre iniziative per arginare l’esuberanza incosciente dei giovani?
«Bene ha fatto il sindaco a chiudere la piazza alle 21.30. Una misura emergenziale necessaria per evitare il ripetersi degli assembramenti visti venerdì sera. Penseremo ad altre misure nella riunione del comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico in programma martedì. Avremo all’ordine del giorno le modalità con cui celebrare l’anniversario della strage di piazza Loggia ma soprattutto il tema della movida. Non mi sono ancora confrontato con il questore, che ha la responsabilità tecnica dei futuri provvedimenti, ma una cosa è chiara: alla luce dei fatti accaduti proporrò di contingentare gli ingressi alla piazza. Per gli opportuni controlli, oltre che alle forze dell’ordine, proporrò di coinvolgere il mondo del volontariato. Non solo: chiederò al sindaco Del Bono di incontrare tutti i gestori dei locali pubblici di piazza Arnaldo e delle vie limitrofe affinché tutti prevedano la figura di uno
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Pensavo di avere di fronte figli e nipoti delle vittime del Covid, consci dei rischi. Non è stato così. Ora la risposta sarà molto dura
steward che faccia rispettare il numero di presenze consentito dentro e fuori il loro locale e il distanziamento personale. Propongo anche due referenti, che può scegliere il sindaco, affinché monitorino la piazza e siano riferimento per le istituzioni».
Quindi piazza Arnaldo sarà a numero chiuso: quante persone potranno entrare?
«L’irresponsabilità dimostrata dai giovani non ci lascia altra risposta. Sul numero, decideremo tutti insieme».