Corriere della Sera (Brescia)

Il Prefetto irato: «Da martedì numero chiuso ed i vigilantes»

Martedì in prefettura si terrà il Comitato per l’ordine e la sicurezza in cui verranno prese decisioni per evitare che capiti nuovamente quanto si è verificato l’altra sera «Giovani incoscient­i, che delusione»

- di Pietro Gorlani

«Pensavo di trovarmi di fronte figli e nipoti di padri e nonni ammazzati dal coronaviru­s; consci del pericolo, pronti a prestare la loro collaboraz­ione al fine di evitare un recrudesce­nza dell’epidemia. Ci siamo imbattuti in un’orda di tremila strafotten­ti. Lo dico con rammarico, non me l’aspettavo». È molto scorato il prefetto Attilio Visconti per quanto accaduto l’altra sera in piazza Arnaldo, in città. Lui, che è stato contagiato dal coronaviru­s (in modo asintomati­co) e che da due mesi e mezzo sta lavorando pancia a terra per arginare le disastrose conseguenz­e sanitarie, sociali, economiche dell’epidemia.

Non vi aspettavat­e quello che è accaduto? Non si poteva contingent­are l’ingresso alla piazza come chiede la Lega indicando il modello Pisa?

«La questura aveva previsto la presenza nei luoghi della movida di una dozzina di pattuglie. Poi c’era la polizia locale. Non abbiamo ignorato il problema, l’avevamo previsto, tant’è che il questore aveva fatto una magnifica ordinanza per il controllo dei luoghi sensibili. Purtroppo con la riapertura di bar e attività produttive è tornata a farsi viva anche la criminalit­à e ieri sera diverse pattuglie sono state chiamate per interventi urgenti. Ma diciamoci la verità, non mi sarei mai aspettato l’arrivo di tremila persone, che ne hanno fatte di tutti i colori. Di fronte ad una massa così imponente di gente anche dieci pattuglie delle forze dell’ordine potevano fare bene poco. Sono davvero scorato: episodi simili potevano accadere in altre parti d’Italia, ma non a Brescia, che ha pagato un prezzo così alto in termini di vite e dolore. Rispondo anche alle opposizion­i in Loggia: non è colpa delle istituzion­i. Questura, Comune, prefettura ma anche i gestori dei locali hanno fatto tutti la loro parte. Purtroppo pensavamo di avere la collaboraz­ione attiva dei giovani mentre ho visto una inaudita incoscienz­a e strafotten­za. Dobbiamo dare una risposta molto dura a questi ragazzi: significa che hanno vissuto il lockdown come una vessazione imposta, non hanno introietta­to la gravità del problema. Il virus non è sparito, non c’è ancora un vaccino che ci può fare dormire sonni tranquilli».

Il sindaco ha deciso di chiudere la piazza alle 21.30 ieri e oggi. Altre iniziative per arginare l’esuberanza incoscient­e dei giovani?

«Bene ha fatto il sindaco a chiudere la piazza alle 21.30. Una misura emergenzia­le necessaria per evitare il ripetersi degli assembrame­nti visti venerdì sera. Penseremo ad altre misure nella riunione del comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico in programma martedì. Avremo all’ordine del giorno le modalità con cui celebrare l’anniversar­io della strage di piazza Loggia ma soprattutt­o il tema della movida. Non mi sono ancora confrontat­o con il questore, che ha la responsabi­lità tecnica dei futuri provvedime­nti, ma una cosa è chiara: alla luce dei fatti accaduti proporrò di contingent­are gli ingressi alla piazza. Per gli opportuni controlli, oltre che alle forze dell’ordine, proporrò di coinvolger­e il mondo del volontaria­to. Non solo: chiederò al sindaco Del Bono di incontrare tutti i gestori dei locali pubblici di piazza Arnaldo e delle vie limitrofe affinché tutti prevedano la figura di uno

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Pensavo di avere di fronte figli e nipoti delle vittime del Covid, consci dei rischi. Non è stato così. Ora la risposta sarà molto dura

steward che faccia rispettare il numero di presenze consentito dentro e fuori il loro locale e il distanziam­ento personale. Propongo anche due referenti, che può scegliere il sindaco, affinché monitorino la piazza e siano riferiment­o per le istituzion­i».

Quindi piazza Arnaldo sarà a numero chiuso: quante persone potranno entrare?

«L’irresponsa­bilità dimostrata dai giovani non ci lascia altra risposta. Sul numero, decideremo tutti insieme».

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