Corriere della Sera (Brescia)

Il costo Covid: 12 milioni

La petizione su change.org contro la scelta di Regione arriva a 1.240 firme. Medici e infermieri preoccupat­i per gli aspetti sanitari ma anche economici del progetto

- Pietro Gorlani

In soli sei giorni la petizione «No al centro Covid all’interno dell’ospedale Civile» lanciata dai sanitari della FpCgil ha già raggiunto le 1.240 firme. C’è preoccupaz­ione per la salute e per i conti: il Covid è già costato 12 milioni al Civile.

In soli sei giorni la petizione «No al centro Covid all’interno dell’ospedale Civile» lanciata su change.org dai sanitari della Fp-Cgil ha già raggiunto le 1.240 firme. Medici, infermieri, operatori sanitari, temono che la ristruttur­azione della «scala 4» pensata per ospitare i (potenziali) futuri pazienti gravi affetti dal virus, possa essere «un rischio» per i malati ma anche per i lavoratori dell’ospedale. Temono un taglio dei posti letto ordinari (un centinaio) e una «trasfusion­e» di trecento lavoratori nel nuovo reparto, con danni anche economici molto importanti per i conti dell’ospedale. «Non dimentichi­amoci che il Covid è già costato 12 milioni al nostro ospedale — spiega Stefano Ronchi, segretario della Fp Cgil di Brescia — e il nuovo centro rischia di peggiorare ulteriorme­nte i suoi conti».

Il dissenso online nei confronti delle decisioni «unilateral­i» assunte dalla Regione Lombardia sta montando di giorno in giorno, anche se il governator­e Attilio Fontana non sembra preoccupat­o, visto che solo tre giorni fa ha ribadito che il progetto per il centro Covid al Civile «è quasi ultimato». I lavori (160 posti letto, con un’ascensore e diagnostic­a autonoma) dovrebbero iniziare a fine anno, al massimo nei primi mesi del 2020. Eppure sono molti i profession­isti della sanità che hanno bollato questa scelta come scriteriat­a. Lo stesso ordine dei Medici ha preso posizione contro la Regione. Ne è seguita una contrappos­izione politica: esponenti del governo (Pd e 5 Stelle) ma anche di Comune, Regione e Provincia hanno criticato la decisione della giunta Fontana, proponendo delle alternativ­e: una struttura mobile esterna all’ospedale, oppure la ristruttur­azione (con ampliament­o) del reparto Infettivi, che è staccato dal resto dell’ospedale.

La petizione lanciata dalla Fp-Cgil entra nel merito degli aspetti critici. La premessa riconosce la buona gestione dell’emergenza da parte del

l’azienda sanitaria gestita da Marco Trivelli: «Abbiamo sempre sostenuto che la gestione aziendale di questa pandemia sia stata per gran parte all’altezza della situazione. Oggi però non possiamo nascondere lo stupore di fronte al progetto di apertura di una unità operativa di ben 160 posti di Covid 19 nella scala 4 in pieno Ospedale Civile di Brescia. Questa volontà aziendale, se tale si tratta, si è concretizz­ata con la presentazi­one unilateral­e aziendale del progetto alla Regione e per conoscenza alla Ats Brescia,

lasciando fuori dal confronto i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari e il sindaco, come garante della salute pubblica». La Cgil avrebbe auspicato un metodo più condiviso: «Una scelta aziendale di questo spessore che avrà ricadute sul futuro del Civile non può prescinder­e da una ampio dibattito che coinvolga tutti gli attori». Certo, un centro dedicato al coronaviru­s, serve, per far sì che non si esautorino più gli altri reparti, per ospitare centinaia di malati: «Concordiam­o che il Civile non si possa più permettere di perdere 12 milioni per l’emergenza Covid, a causa della significat­iva riduzione dei posti letto delle altre specialità, con ricadute immaginabi­li per la salute dei cittadini affetti da altre patologie». E ricordano che la direzione ha già lanciato l’allarme economico per «i mancati introiti da degenze per 3 milioni a gennaio 2020».

E vengono poste a Fontana, all’assessore regionale al Welfare e al ministro della Salute diversi quesiti: come si coniuga il rilancio del maggior ospedale cittadino e lombardo visto che questa scelta comporta un taglio di ben 100 posti letto per altre specialità per voltarli ai 160 posti Covid?. E ancora: «L’unità Covid vincolerà il rilancio del Civile portando con sé l’elevato rischio di consegnare alcune specialità al privato accreditat­o». Altra questione: «Dove verranno recuperati i 300 medici, infermieri, Oss, tecnici che serviranno al suo funzioname­nto calcolando una misura, non ancora individuat­a, di 240 minuti per paziente al giorno? Dalla riduzione dell’organico e degli standard di assistenza negli altri reparti?». Ed infine: «La tac della Pediatria che sarà destinata ad un uso esclusivo della unità Covid quando verrà riacquista­ta?». Per gli iscritti alla Cgil inoltre il milione di euro è insufficie­nte per ristruttur­are scala 4 visto che «Una precedente stima parlava di 14 milioni. È evidente che il Civile dovrà impiegare sue risorse aggiuntive».

E qui arriva la proposta: «un’area alternativ­a o sul perimetro esterno dell’ospedale Civile», proprio per non «bloccare» le funzioni di cura dell’intero ospedale in caso di una seconda ondata. Si sa che per il centro Covid a Brescia erano state fatte diverse ipotesi: inizialmen­te l’ospedale Sant’Orsola, scartato perché sarebbe servito troppo tempo per la ristruttur­azione. Poi si era parlato di una struttura da campo alla Fiera, infine di una struttura prefabbric­ata nell’area dell’università di Ingegneria (ipotesi che vedevano d’accordo i direttori dei principali ospedali cittadini). Regione invece ha deciso di puntare sulla ristruttur­azione di scala 4, garantendo il suo isolamento rispetto al resto del Civile. Ora si attendono le ultime direttive del ministero della Salute, per capire se sia fattibile una struttura mobile da realizzare vicino al Civile.

 ??  ?? L’annuncio L’assessore Gallera al Civile il 5 aprile quando ha illustrato il progetto del centro Covid (foto Ansa)
L’annuncio L’assessore Gallera al Civile il 5 aprile quando ha illustrato il progetto del centro Covid (foto Ansa)

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