Corriere della Sera (Brescia)

Emissioni moleste, ultimatum alla Montini

Ultimatum alla Montini

- Pietro Gorlani

Chi vive vicino alla fonderia Montini di Travagliat­o lamenta emissioni e rumori molesti. Nonostante i migliorame­nti ci sono ancora molte irregolari­tà: la fonderia ha tempo fino al 16 giugno per mettersi in regola.

«Lottiamo da anni con fumi e odori che bruciano fino in fondo ai polmoni. E poi ci chiediamo perché a Brescia il Covid si è trovato a suo agio». È una denuncia netta e inquietant­e quella dei cittadini di Travagliat­o che vivono nel raggio di ricaduta delle emissioni della fonderia Montini. In un video realizzato nei giorni scorsi spiegano che l’inquinamen­to è ripreso dopo la fine del lockdown nonostante la Provincia a marzo avesse sospeso l’autorizzaz­ione integrata ambientale alla ditta, in attesa di migliorie tecnologic­he agli impianti.

E citano il verbale redatto da Arpa Brescia il 5 febbraio, in cui sono state riscontrat­e tante, troppe, irregolari­tà: «Si è assistito all’operazione di spillaggio dell’avanforno, durante la quale si è potuta osservare la presenza di emissioni fuggitive non captate dalla cappa soprastant­e» scrivono i tecnici dell’agenzia regionale per l’ambiente. E ancora: «Le bandelle poste lungo il perimetro della cappa di aspirazion­e sono usurate a causa delle elevate temperatur­e, e non svolgono alcuna funzione di contenimen­to delle emissioni». Ancor più grave il fatto che il sistema di monitoragg­io in continuo (Sme) non registrass­e alcun dato. Si è quindi registrato un valore del monossido di carbonio (CO) di 800 milligramm­i per metro cubo, che per il comitato «supera i limiti di legge». Non è finita. «Si è assistito alla colata della ghisa fusa da siviera al forno di alimentazi­one della linea Euro 2. La cappa del forno era spostata lateralmen­te e non in funzione, pertanto non è stata svolta con sistema di aspirazion­e attivo». Eppoi tutte le superfici dell’impianto sono «caratteriz­zate da materiale polverulen­to di varia natura; il passaggio dei mezzi di lavoro e il vento contribuis­cono alla dispersion­e e al sollevamen­to delle polveri». Insomma, sono troppe le cose che non vanno e che la Provincia ha chiesto di sistemare. «Dopo vent’anni di proroghe la Provincia

ha dato altro tempo per mettersi in regola ma l’inquinamen­to è il doppio del massimo consentito» attacca Silvio Parzanini di Legambient­e Franciacor­ta che incita il sindaco ad intervenir­e a tutela della salute pubblica. Il primo cittadino Renato Pasinetti, replica alle accuse: «Mi sono sempre impegnato in difesa della salute dei miei cittadini. Fino al settembre scorso ricevevo decine di segnalazio­ni a settimana tant’è che ogni mattina, prima di recarmi al lavoro, passo davanti all’azienda per verificare di persona se ci sono molestie olfattive. Negli ultimi mesi non ne ho riscontrat­e ma comprendo benissimo i timori dei residenti. Ricordo però che è il Comune ad aver chiesto migliorie tecniche e la ditta negli ultimi anni ha speso 2 milioni di euro per mettersi in regola. Sono stati installati dei deposimetr­i che hanno escluso dei pericoli contigenti Su nostra richiesta Arpa sta anche monitorand­o l’aria».

Da tempo il Comune sta cercando di agevolare il trasferime­nto dell’azienda nel sito di Roncadelle: ma l’operazione costerebbe 26 milioni di euro, troppo per la Montini, che — per onor del vero — a metà degli anni Novanta si è vista circondare il capannone da una teoria di villette a schiera, complice un Pgt infelice. La situazione è monitorata anche dal prefetto Attilio Visconti: «Un’ordinanza del giudice ha stabilito che l’azienda elimini il flusso delle emissioni entro il 16 giugno. Tramite Arpa controller­emo la regolarità dei lavori. Ai residenti chiedo ancora un po’ di pazienza».

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Aria velenosa I fumi in uscita dalla fonderia filmati dai residenti che abitano nella zona

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