Mobilità e distanze Brescia punta sulle biciclette
Manzoni: «In arrivo cento nuovi stalli e 70 km di piste ciclabili»
Nella Giornata mondiale dell’Ambiente gli assessori ai trasporti di Brescia, Bergamo e Milano discutono e si confrontano sulla mobilità nell’era del distanziamento per il Covid, pensando a quando a settembre riapriranno le scuole. Manzoni (assessore a Brescia) si sofferma sulle biciclette, annunciando 100 nuovi stalli nelle prossime settimane, 40 chilometri di piste da rimettere in sesto e altri settanta da realizzare.
Le biciclette sono sostenibili, ancor più in tempi di distanziamento. In tanti le usano portandole sul treno per gli spostamenti più lunghi. Se sono troppe li riempiono e capita così, la circolare di Trenord è di ieri, che scatti il divieto di portare le bici in carrozza. Paradosso simil Comma 22 ma non è questa, si sa, l’unica anomalia della primavera lombarda. Il caso da dibattito social è stato citato nel dibattito in streaming promosso da Paolo Vitale degli Ecodem sulla mobilità urbana in occasione della giornata mondiale dell’ambiente.
Il tema della mobilità era importante prima e lo è ancor più oggi perché il Covid impone distanze e sfida la fisica dei corpi e delle risorse. Gli studenti sono a casa ma l’anno prossimo vorrebbero riprendere in classe e con loro gli insegnanti. «Ancora non sappiamo nulla però — osserva Antonella Poli della Flc Cgil — perché se fino a ieri servivano 700 pulmini, con le regole attuali del distanziamento ne servirebbero 1.500». Complicato, ci vogliono bus, soldi e autisti. Se poi riuscissimo a portarli in classe, resta il problema di dove ospitarli, perché abbattere pareti non è semplice. Antonella Poli è gentile quando osserva che «non sempre gli edifici sono idonei a ospitare classi sempre più numerose». Maurizio Tira, rettore della Statale ma ancor più (nello specifico) docente di Tecnica e Pianificazione urbanistica, ricorda il Piano dei tempi e degli orari del 2004. Snobbato a lungo, preso come riferimento da pochi virtuosi, oggi più che salti nell’ignoto basterebbe recuperare indicazioni. Così come per lo smart working: «Da anni se ne parlava, abbiamo dovuto inventarci dalla sera al mattino: adesso dobbiamo accelerare processi laddove possibile». Inciso sulla burocrazia, «a volte troppo rigida», e finale sulle priorità, «ovvero investimenti per il futuro e non spese». Pierfrancesco Maran (assessore a Milano) pensa all’autunno, alle opere da fare che creano occupazione ma sono al contempo utili (perché, sì, non è che bisogna proprio svuotare e riempire buche). Meno grandi opere con commissario annesso, quindi, e tante piccole opere (utili!) diffuse. Stefano Zenoni (assessore a Bergamo) segnala che proprio un paio di giorni fa nel suo Comune la maggioranza ha proposto di trasformare la città in «zona 30», con solo alcune direttrici a 50 chilometri orari, copiando un po’ quanto già fanno a Monaco e Grenoble, non due cittadine qualsiasi. Federico Manzoni (assessore a Brescia) si sofferma sulle biciclette, annunciando 100 nuovi stalli nelle prossime settimane, 40 chilometri di piste da rimettere in sesto e altri settanta da realizzare. Il trasporto pubblico resterà centrale, sapendo che a parte le ore di punta, qualità e servizio della rete sono «molto interessanti». Da potenziare anche la mobilità pedonale, che significa lavorare sulle barriere architettoniche. Tutto bene? Restano le merci, che vanno, girano, fanno chilometri. A ricordare il tema Carlo Pizzinato di Confartigianato. È la logistica, bellezza. Ancor più complicata adesso che anche gli italiani hanno scoperto l’ecommerce. Ci sarà tanto da lavorare, in futuro, per essere sostenibili.
"Tira Accelerare i processi di smart working laddove possibile
La burocrazia è troppo rigida, servono investimenti