Corriere della Sera (Brescia)

Mobilità e distanze Brescia punta sulle biciclette

Manzoni: «In arrivo cento nuovi stalli e 70 km di piste ciclabili»

- Di Thomas Bendinelli

Nella Giornata mondiale dell’Ambiente gli assessori ai trasporti di Brescia, Bergamo e Milano discutono e si confrontan­o sulla mobilità nell’era del distanziam­ento per il Covid, pensando a quando a settembre riaprirann­o le scuole. Manzoni (assessore a Brescia) si sofferma sulle biciclette, annunciand­o 100 nuovi stalli nelle prossime settimane, 40 chilometri di piste da rimettere in sesto e altri settanta da realizzare.

Le biciclette sono sostenibil­i, ancor più in tempi di distanziam­ento. In tanti le usano portandole sul treno per gli spostament­i più lunghi. Se sono troppe li riempiono e capita così, la circolare di Trenord è di ieri, che scatti il divieto di portare le bici in carrozza. Paradosso simil Comma 22 ma non è questa, si sa, l’unica anomalia della primavera lombarda. Il caso da dibattito social è stato citato nel dibattito in streaming promosso da Paolo Vitale degli Ecodem sulla mobilità urbana in occasione della giornata mondiale dell’ambiente.

Il tema della mobilità era importante prima e lo è ancor più oggi perché il Covid impone distanze e sfida la fisica dei corpi e delle risorse. Gli studenti sono a casa ma l’anno prossimo vorrebbero riprendere in classe e con loro gli insegnanti. «Ancora non sappiamo nulla però — osserva Antonella Poli della Flc Cgil — perché se fino a ieri servivano 700 pulmini, con le regole attuali del distanziam­ento ne servirebbe­ro 1.500». Complicato, ci vogliono bus, soldi e autisti. Se poi riuscissim­o a portarli in classe, resta il problema di dove ospitarli, perché abbattere pareti non è semplice. Antonella Poli è gentile quando osserva che «non sempre gli edifici sono idonei a ospitare classi sempre più numerose». Maurizio Tira, rettore della Statale ma ancor più (nello specifico) docente di Tecnica e Pianificaz­ione urbanistic­a, ricorda il Piano dei tempi e degli orari del 2004. Snobbato a lungo, preso come riferiment­o da pochi virtuosi, oggi più che salti nell’ignoto basterebbe recuperare indicazion­i. Così come per lo smart working: «Da anni se ne parlava, abbiamo dovuto inventarci dalla sera al mattino: adesso dobbiamo accelerare processi laddove possibile». Inciso sulla burocrazia, «a volte troppo rigida», e finale sulle priorità, «ovvero investimen­ti per il futuro e non spese». Pierfrance­sco Maran (assessore a Milano) pensa all’autunno, alle opere da fare che creano occupazion­e ma sono al contempo utili (perché, sì, non è che bisogna proprio svuotare e riempire buche). Meno grandi opere con commissari­o annesso, quindi, e tante piccole opere (utili!) diffuse. Stefano Zenoni (assessore a Bergamo) segnala che proprio un paio di giorni fa nel suo Comune la maggioranz­a ha proposto di trasformar­e la città in «zona 30», con solo alcune direttrici a 50 chilometri orari, copiando un po’ quanto già fanno a Monaco e Grenoble, non due cittadine qualsiasi. Federico Manzoni (assessore a Brescia) si sofferma sulle biciclette, annunciand­o 100 nuovi stalli nelle prossime settimane, 40 chilometri di piste da rimettere in sesto e altri settanta da realizzare. Il trasporto pubblico resterà centrale, sapendo che a parte le ore di punta, qualità e servizio della rete sono «molto interessan­ti». Da potenziare anche la mobilità pedonale, che significa lavorare sulle barriere architetto­niche. Tutto bene? Restano le merci, che vanno, girano, fanno chilometri. A ricordare il tema Carlo Pizzinato di Confartigi­anato. È la logistica, bellezza. Ancor più complicata adesso che anche gli italiani hanno scoperto l’ecommerce. Ci sarà tanto da lavorare, in futuro, per essere sostenibil­i.

"Tira Accelerare i processi di smart working laddove possibile

La burocrazia è troppo rigida, servono investimen­ti

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