Corriere della Sera (Brescia)

Perde il marito fa un esposto e dona il plasma

Giustizia per mio marito e plasma per i malati

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Vuole vederci chiaro sulla morte del marito, l’avvocato Alessandro Manzoni, ma dopo aver scoperto di aver sviluppato gli anticorpi al Covid, vuole anche donare il plasma per cercare di salvare altre vite, cosa che non ha potuto fare con il compagno di sempre. «Quando l’ho visto l’ultima volta rantolava, non respirava più, ma non sono riusciti a intubarlo perché c’erano pochi respirator­i». Margherita Della Fiore, vedova dell’avvocato, mancato a 71 anni lo scorso 16 marzo, ha presentato un esposto in Procura (uno dei tanti presentati dai familiari delle vittime del coronaviru­s) perché sia fatta luce sulla terribile morte del marito.

Il dolore, il lutto, la denuncia e «il riscatto». Per guardare avanti. Perché se da un lato vuole vederci chiaro e andare fino in fondo alla presunta morte «sospetta» del marito, dall’altra di vite vorrebbe tanto salvarne altre. Da qui in poi. Tra le decine di esposti depositati in procura per chiedere sia accertata la verità sull’iter terapeutic­o o di assistenza dei tanti pazienti Covid c’è anche il suo, quello di Margherita Della Fiore, vedova dell’avvocato Alessandro Manzoni, mancato a 71 anni lo scorso 16 marzo. Ma non si è fermata qui, anzi. Ha deciso di donare il plasma, dopo aver scoperto che anche lei era stata infettata dal coronaviru­s. Il marito era entrato al Civile in febbraio, per un intervento all’anca: durante la riabilitaz­ione, in programma in una clinica privata, decise però di essere dimesso per i tanti, troppi casi sospetti di Covid in corsia, tra i degenti delle altre stanze. Ancora non sapeva di essere stato contagiato anche lui. Ma già la stessa sera del rientro a casa, era il 7 marzo, iniziò ad avere febbre alta e difficoltà respirator­ie. Il 16 marzo fu proprio la moglie a riuscire a farlo trasferire in ospedale, dove nel pomeriggio, però, l’avvocato è deceduto. «Me lo hanno fatto vedere, rantolava e con un filo di voce mi ha detto “Non respiro più, sto morendo”. Non sono riusciti a intubarlo perché c’erano pochi ventilator­i ed è morto senza aria» spiega la signora che adesso chiede verità, convinta che il marito abbia contratto il virus nella clinica privata dove sosteneva la rieducazio­ne. «Ho chiesto per mesi di poter avere un tampone, ma non sono riuscita in alcun modo. Ora privatamen­te mi sono sottoposta ai test sierologic­i e ho scoperto di aver fatto il Covid e di essere guarita» racconta Margherita Della Fiore. «E ora per dare un senso all’assurda morte di mio marito, dono il plasma per aiutare i malati. È l’unico modo per onorare la sua memoria, perché certo non meritava una fine così».

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Tamponi e test sierologic­i Il numero di positivi aumenta: ieri il record lombardo spetta proprio al Bresciano, 63 nuovi infettati

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