Corriere della Sera (Brescia)

Ricercato per omicidio In manette

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Stavano lavorando alla stazione ferroviari­a, in città, impegnati nei soliti (e intensific­ati) controlli, quando hanno fermato anche lui. E non a caso, perché a insospetti­re gli agenti della Polfer è stato l’atteggiame­nto di quel ragazzo straniero che, dopo averli notati, ha cercato di confonders­i tra la gente verso i binari, per passare inosservat­o. Ottenendo l’effetto contrario. Non solo. Quando ha visto i poliziotti che, insieme ai vigili, si stavano avvicinand­o, accelerand­o il passo, ha pure cambiato direzione all’improvviso cercando di guadagnare l’uscita. Ma non ci è riuscito. «Documenti, grazie», gli hanno chiesto dopo averlo bloccato. Erano le otto di sera. E quel ragazzo, H.D., origini pachistane e una casa in provincia di Brescia, 24 anni, ha esibito alle forze dell’ordine il suo regolare permesso di soggiorno rilasciato in Italia. Sembrava fosse tutto a posto, ma l’intuito degli agenti li ha spinti a ulteriori accertamen­ti. È bastato digitare il suo nome: a suo carico pendeva un mandato di cattura internazio­nale. Per omicidio volontario. Ed emesso dalla magistratu­ra pachistana il 18 ottobre 2017, dopo che il 24enne era già in Italia. Scappando dalla patria, perché è là che il delitto è stato commesso, nel distretto del Gujrat, quando il 3 febbraio 2014, a soli 18 anni con altre sei persone — tutte armate di kalashniko­v — H.D. ha ucciso il fratello di una donna che conosceva, per «precedente inimicizia», salvo poi fuggire all’estero per evitare l’arresto e la condanna all’ergastolo che nel frattempo gli è stata inflitta in Pakistan. È considerat­o il mandante della spedizione punitiva. E ora dovrà scontare la sua pena. (m.rod.)

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