Corriere della Sera (Brescia)

Sulla Via delle Gallie

Mappe, indizi storici, sentieri strappati alla vegetazion­e L’antica strada degli eserciti riemerge in Lomellina Due anni di lavoro: 18 chilometri ora sono percorribi­li

- Di Davide Maniaci

LOMELLO (PAVIA) Partendo dall’antica Ticinum, ora Pavia, il tracciato portava alle province d’Oltralpe attraversa­ndo l’attuale Piemonte. Duemila anni dopo il tratto lomellino della Via delle Gallie riprende vita grazie a un gruppo di amici.

Coinvolgen­do sette Comuni, due anni fa hanno creato un comitato che è appena diventato associazio­ne, con 25 membri attivi e la sede operativa nel castello di Lomello. Il capolinea del tragitto percorribi­le è attualment­e qui, nel vecchio borgo longobardo. Un sentiero strappato ai campi, disboscand­o, pulendo i fossi, installand­o cartelli stradali e piantando vegetazion­e autoctona. Adesso è praticabil­e a piedi, a cavallo e in bicicletta, dopo un abbandono durato secoli. L’esistenza di questa strada si tramandava soprattutt­o per via orale, intorno al fuoco: alcuni neanche ci credevano più. Sfiora vecchi castelli, abbazie, oasi naturalist­iche incontamin­ate. Zone battute pochissimo dal turismo di massa e che andranno riscoperte quasi per forza, in un’estate dove si punterà sui viaggi di prossimità, a poche ore di automobile da casa. Suggestion­i che fanno dimenticar­e come la Lomellina, in pochi chilometri, ospiti una delle più grandi raffinerie dell’Eni in Italia e una discarica di cemento-amianto. Una zona che cerca un rilancio valorizzan­do i luoghi di passaggio antichi.

Il presidente dell’associazio­ne è Battista Cucchi. Vive a Dorno, centro di neanche 5 mila anime. Da Dorno iniziano i 18 chilometri del tratto rimesso a nuovo, quasi in linea retta fino a Lomello. Gran parte del percorso riprende esattament­e quello dell’antica via delle Gallie. «Grazie alla consulenza di Pier Luigi Tozzi, docente di storia antica all’università di Pavia — spiega Cucchi — siamo riusciti a capire esattament­e dove passasse il tragitto romano. Adesso è agibile da Dorno a Lomello. Il nostro obiettivo è ricostruir­e tutto il tratto da Pavia fino al fiume Sesia, ai confini piemontesi. Stiamo avviando un progetto articolato di sviluppo turistico cercando sinergie con le realtà locali già presenti, dagli agriturism­i alle Pro Loco».

Il progetto ha bisogno di fondi: « Per andare avanti avremo bisogno di finanziame­nti, pubblici o privati che siano. Dobbiamo immaginare l’antica Lomellina celtica e poi romana come una zona di dossi, corsi d’acqua, villaggi di capanne, brughiere e paludi. Dopo l’arrivo di Annibale in Italia ecco l’esigenza di collegare Gallia Cisalpina e Transalpin­a, con un percorso che superando Piacenza arrivasse a Pavia e alle Alpi. Furono usati vecchi sentieri protostori­ci». Percorsi che poi sono andati ramificand­osi: anche la Valle d’Aosta è impegnata in un recupero della sua Via delle Gallie, in fase molto più avanzata.

Grazie all’imponente opera dei volontari, la Via delle Gallie in Lomellina riporta indietro nel tempo chi sceglierà di seguirla. Un sentiero di campagna tra torrenti, battiti d’ali e zone umide. Silenzio assoluto, manieri e santuari dimenticat­i raggiungib­ili con brevissime deviazioni.

 ??  ?? Le tappe
L’abbazia di Santa Maria Maggiore a Lomello, tappa finale della via ricostruit­a. Nelle foto piccole, da sinistra: il santuario di Dorno (altro capolinea); il Castello di Valeggio e due scatti del percorso nel verde
Le tappe L’abbazia di Santa Maria Maggiore a Lomello, tappa finale della via ricostruit­a. Nelle foto piccole, da sinistra: il santuario di Dorno (altro capolinea); il Castello di Valeggio e due scatti del percorso nel verde
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy