Test, l’ipotesi per fasce d’età
Passa la mozione che il Pd chiedeva da settimane Sostegno bipartisan ai test come argine all’infezione
La scelta della Regione di fare test sierologici a tappeto ricompatta maggioranza e opposizione. I test si faranno, ma il criterio non è ancora definito. È più facile che si decida di indagare alcune fasce d’ età, con riguardo particolare per gli anziani.
La scelta della Regione di fare test sierologici a tappeto ricompatta maggioranza e opposizione. «Meglio tardi che mai» dice il capo delegazione del Partito democratico in commissione sanità Gianantonio Girelli, che giudica «indispensabile» la volontà di «approntare un piano capace di garantire una campagna di gestione della fase due del contagio, nonché di possibili ritorni di focolai».
A Palazzo Lombardia passa la mozione che chiedeva alla Regione di farsi carico di un potenziamento dei test sierologici: i prelievi del sangue alla ricerca degli anticorpi (gratuiti e su base volontaria) verranno fatti nei comuni più colpiti, ma non esiste ancora una lista ufficiale perché manca, al momento, un criterio definitivo. «Lo stiamo ancora studiando insieme con la Regione - conferma il direttore generale di Ats Brescia
Claudio Sileo -, ma non è detto che la percentuale dei contagiati o il numero totale degli abitanti sia decisivo. È più facile che ci siano pesi diversi, il criterio andrà ponderato». Brescia città e un paese epicentro del’epidemia come Orzinuovi ci saranno quasi sicuramente, ma sul resto è difficile stabilire quali saranno i comuni in lista. «E poi — aggiunge Sileo — non è detto che il test venga fatto su tutti gli abitanti». È più facile che si decida di indagare alcune fasce d’età, spostando magari l’attenzione lontano dalla popolazione target — contatti di malati o persone con i sintomi ma senza tamponi — che da due mesi è già monitorata dall’Ats. Non è improbabile che siano gli anziani una delle fasce al centro dei test sierologici della Regione. «Oggi gli strumenti da mettere in campo sono il potenziamento di uno studio epidemiologico sulla popolazione over 65 — spiega Simona Tironi (Forza Italia, vicepresidente della Commissione regionale sanità —, il rafforzamento di test e tamponi per i conviventi di persone positive al virus, la gratuità dei tamponi effettuati da cittadini privati a seguito di test sierologico positivo e una tariffa standard per i laboratori privati autorizzati per l’esecuzione dei test sierologici così da evitare speculazioni». Dal canto suo Girelli (Pd) osserva che «il centrodestra finalmente ammette gli errori: quello che fino ieri sembrava perlomeno poco utile ora lo diventa». Ma se questo è il passato, ora «si attivi e si concretizzi il prima possibile la predisposizione di un piano regionale». Per la maggioranza la polemica non esiste, dato che « l’evoluzione del quadro epidemiologico e dell’impatto dell’emergenza causata dal Coronavirus consente di fare oggi — sostiene Tironi — quello che ieri non sarebbe stato possibile. Vale per tamponi e test sierologici come per tutti gli altri interventi legati al Covid». Il cambio di marcia però c’è stato. E c’è chi l’ha apprezzato, come il sindaco di Brescia Emilio Del Bono: «Se si allargano i sierologici ad una platea più estesa di quella di oggi, allora è una buona cosa». Il primo cittadino non ha dubbi: serviva «un cambio di rotta», era fondamentale che le istituzioni facessero capire che i test servono. Altrimenti, « con tutte queste incertezze, si rischiava che a luglio nessuno avrebbe più fatto i test». E allora sì che sarebbe stato difficile costruire un’indagine epidemiologica. «Ora però l’importante è che procediamo con un metodo scientifico. Abbiamo bisogno di test che ci dicano quante persone hanno incrociato la malattia, dove abitano, che attività lavorative hanno svolto». Tutto per capire il percorso che ha fatto il virus e prepararsi all’autunno. Il sindaco di Brescia, al pari di altri amministratori, è convinto che sia essenziale fare i test per «isolare gli asintomatici che possono» amplificare «il contagio » , sul modello di quanto fatto «in Veneto». Ora anche la Lombardia vuole ampliare i test in alcuni paesi di Brescia e Bergamo. Ma poi questi dati andranno elaborati.
"Girelli Meglio tardi che mai. Anche la maggioranza ha capito che i test sono utili. Ora si attivi al più presto il piano
«E noi — dice Del Bono — mettiamo a disposizione» le competenze dei nostri uffici. Lo studio sarebbe «prezioso» per capire cosa è successo. «Ora però attendiamo che la Regione ci illustri nel dettaglio il piano» dei test sierologici» a tappeto. Al momento, infatti, mancano ancora sia i criteri sia la lista dei comuni.
Tironi Tra gli strumenti c’è il potenziamento di uno studio epidemiologico sugli over 65
Del Bono Bene il cambio di rotta così si amplia la platea. Vogliamo capire come si è mosso il virus, ci serve per l’autunno.