Si resta a casa, ma sul lago La lunga estate degli affitti
Boom di ricerche (con rimborsi flessibili) su Airbnb. Hotel in crisi
#iorestoacasa: una «galera» di lusso con piscina, wi-fi, vizi e servizi all inclusive, possibilmente a prezzo democratico e vista lago. Per Airbnb, questa sarà l’estate delle vacanze a chilometro zero: nonostante stiano lentamente tornando gli stranieri, il turista-tipo del 2020 è soprattutto italiano, e preferisce le ville alle suite d’albergo. A maggio, da quando è iniziata la libertà vigilata, il sito è stato intasato dalle ricerche: l’85% dei lombardi vuole un posto al sole in patria (un aumento del 35% rispetto allo stesso periodo del 2019).
Le mete più ricercate dai bresciani sono il Garda, la provincia di Brescia in generale, Firenze, il Trentino, la costa etrusca e la Puglia. Gli inquilini preferiscono soggiorni medio-lunghi (dai 7 ai 27 giorni) rispetto a quelli one shot, da un weekend e via: se già nel 2019 costituivano il 40% delle ricerche, quest’anno superano la metà (51%). Il dato diventa extralarge per le vacanze da 28 giorni: la domanda è cresciuta addirittura dell’ 80 per cento. I prezzi, in molti casi, sono più bassi rispetto allo scorso anno: c’è voglia di evasione, ma il conto in banca ha risentito del lockdown. E resta la paura di non poter confermare le ferie. Per questo, oltre a suggerire un protocollo per rendere le case immuni dal virus, il colosso online ha sollecitato gli inserzionisti a concedere i rimborsi: il 70% degli annunci ha politiche di cancellazione flessibili. Anche i telefoni delle agenzie immobiliari sono sempre occupati: «I tedeschi hanno disdetto molte prenotazioni, ma sono stati sostituiti dagli italiani: non si sente la crisi» fa sapere Cindy Bellasich.
Gli hotel, invece, restano semi-vuoti: «Per ora, sul Garda, ha riaperto circa il 30 per cento. Si tratta soprattutto di strutture a conduzione famigliare: hanno meno problemi organizzativi rispetto a quelle grandi» fa sapere Alessandro Fantini (Federalberghi). La soluzione? «Dobbiamo rilanciare l’immagine turistica». Marco Polettini, di Asshotel, conferma: «Il mercato tedesco è molto debole. La perdita del 50% del fatturato rispetto al 2019 è ottimistica. Speriamo di recuperare qualche prenotazione a settembre».