Corriere della Sera (Brescia)

Tattoo, appuntamen­ti in solitaria

Molte le disdette, anche per le difficoltà economiche. Regole igieniche ancora più rigide

- di Nicole Orlando

Il dragone steso sulla gamba di Angy è rimasto colorato solo a metà per tutta la quarantena e oltre. Alla riapertura dello studio è stata una delle prime a tornare sotto i ferri del suo tatuatore, Luigi Picciani, per concludere l’opera (da venti ore totali). Altri, invece, nel frattempo hanno rinunciato a farsi dipingere la pelle: il lavoro anche negli studi di tatuaggi procede a passo lento, e molti appuntamen­ti presi prima dell’emergenza e cancellati causa Covid rimangono in pausa forzata. Motivo: non ci sono soldi.

«Tante persone in questa fase rinunciano a farsi un tatuaggio — spiega Picciani — soprattutt­o perché sono in cassa integrazio­ne e non sanno come andrà nei prossimi mesi. Circa la metà delle persone che abbiamo contattato dopo il lockdown per fissare un nuovo appuntamen­to ha risposto positivame­nte, gli altri invece hanno preferito rimandare ancora, in attesa di avere una stabilizza­zione economica e lavorativa».

« Giustament­e prima si mangia poi si pensa ai tatuaggi — sintetizza Andre De Jesus, dello studio Unique Arts Tattoo — quindi tanti appuntamen­ti sono saltati. Purtroppo chi è in cassa integrazio­ne o deve fare fronte a difficoltà impreviste non può più permetters­i spese extra».

Negli studi l’organizzaz­ione del lavoro è cambiata, e se già prima della chiusura totale si tatuava per lo più su appuntamen­to (ora obbligator­io) i tempi sono dilatati per evitare assembrame­nti e incroci tra chi entra e chi esce. E sono stati interrotti gli «scambi culturali»: lo studio di Picciani, Pix Japanese Tattoo, è specializz­ato in arte giapponese e ospita durante l’anno incontri con tatuatori del Sol Levante. Tutto rinviato.

Diverso il discorso per le norme di igiene e sicurezza, stringenti da prima della pandemia: «Le regole per gli studi di tatuaggi non sono cambiate più di tanto — continua Picciani — anche perché abbiamo sempre dovuto seguire dei precisi protocolli anti contaminaz­ione. La vera novità è l’obbligo della mascherina o della visiera per noi e per i clienti, ma guanti, disinfetta­nti e sanificant­i erano già la dotazione standard di ogni studio. Adesso però il costo dei guanti è triplicato: noi li abbiamo fatti arrivare dall’Olanda perché quando abbiamo riaperto erano introvabil­i e non possiamo lavorare senza».

Con la riapertura anche il rapporto con i clienti non è quello di prima: «Il contatto è cambiato — spiega Picciani — perché le distanze non solo fisiche ma anche emotive sono più forti, tra mascherina, misurazion­e della temperatur­a e procedure più formali rispetto al passato.

Non è possibile poi presentars­i per il tatuaggio con un accompagna­tore: tanti prima chiedevano supporto morale ad amici o fidanzati mentre si tatuavano, è sempre stata una cosa normale». Adesso non più: in studio si va da soli.

 ??  ??
 ?? (Foto Ansa) ?? Tatuatori
Sono tornati a lavorare, a lato Luigi Picciani all’opera sulla gamba di Angy, ha atteso tutto il lockdown per colorare il suo tatuaggio
(Foto Ansa) Tatuatori Sono tornati a lavorare, a lato Luigi Picciani all’opera sulla gamba di Angy, ha atteso tutto il lockdown per colorare il suo tatuaggio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy