Corriere della Sera (Brescia)

È fuga per la salvezza Spareggio decisivo fra Brescia e Genoa

Pochi i reduci d’andata, le rondinelle ci credono

- di Davide Zanelli

«Niente è cambiato, e tuttavia tutto esiste in un’altra maniera». Bisogna prendere in prestito il pensiero di JeanPaul Sartre ( La nausea) per provare a spiegare la Serie A più strana che si sia mai vista.

Il 26 ottobre 2019 (otto mesi fa, ma dal punto di vista sportivo è passata una vita) il Brescia s’illudeva a Genova per poi piombare in una mini-crisi che, nel giro di due settimane, avrebbe portato al primo esonero stagionale di Eugenio Corini e all’arrivo di Fabio Grosso sulla panchina biancoblu. Sandro Tonali, pur senza volerlo, segnava una punizione da posizione impossibil­e e spianava la strada per quella che sembrava la vittoria della svolta. Nel secondo tempo, però, cambiava tutto. Il Grifone, stravolto dai cambi dell’esordiente Thiago Motta, tornava in campo con un altro atteggiame­nto e veniva trascinato dai gol di Agudelo, Kouamé e Pandev.

L’eroe del Triplete dell’Inter, celebrato per le sostituzio­ni azzeccate, pareva lanciato verso un futuro radioso, mentre Corini si apprestava a lasciare la squadra condotta in Serie A (Verona, come già accaduto in passato, sarebbe stata fatale anche per lui).

Da allora tutto è cambiato, nulla è cambiato. Osservare le formazioni schierate quel 26 ottobre e confrontar­le con quelle scese in campo negli ultimi giorni fa quasi sorridere. Sabato pomeriggio, al Rigamonti, Brescia e Genoa si giocano una partita che può valere tutto, una di quelle gare che hanno il potenziale per diventare il crocevia di un campionato. Sulla panchina rossoblu non siede più Thiago Motta, esonerato per fare spazio a Davide Nicola, un tecnico che a Lumezzane ha mosso i primi passi da allenatore. Romero, Cassata e Schone sono gli unici tre giocatori a essere stati schierati titolari sia nella gara di andata contro le Rondinelle che in quella di martedì sera, persa 1-4 contro il Parma. Nel mercato di gennaio, come spesso accade, Enrico Preziosi ha rivoluzion­ato la rosa della sua squadra optando anche per scelte drastiche, supportate dal nuovo direttore sportivo Francesco Marroccu.

Il ds sardo, che tra Cagliari e Brescia ha lavorato per anni insieme a Massimo Cellino, è il trait d’union che lega due piazze molto diverse, rese simili da una classifica difficile e da una lotta per la salvezza costellata di alti e bassi, rivoluzion­i e rinascite. Tra i titolari scelti a Firenze da Diego Lopez — uno che come Nicola ha raccolto l’eredità di due tecnici perennemen­te in discussion­e — solo quattro giocatori (Joronen, Sabelli, Mateju e Tonali) avevano giocato dall’inizio la partita di Marassi. Il mercato di riparazion­e delle Rondinelle è stato meno ambizioso rispetto a quello rossoblu, ma il risultato, in fin dei conti, non è così diverso. Perché, nonostante la striscia positiva fatta registrare dal Genoa nel periodo pre-Covid, le due squadre ora combattono ancora per salvarsi.

Il Jefe di Montevideo, alla luce dei risultati di Lecce, Spal e dello stesso Genoa, sa di avere per le mani un’opportunit­à così incredibil­e da non sembrare vera. Dopo i tanti cambiament­i, il brusco stop, la pandemia, gli arrivi e le partenze, le battaglie legali e gli addii annunciati, una vittoria nella partita di sabato potrebbe trasformar­si in un terremoto, capace di ribaltare ogni equilibrio esistente nella corsa per la permanenza in Serie A. «Niente è cambiato, e tuttavia tutto esiste in un’altra maniera».

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Goal Tonali ne segnò uno al Genoa otto mesi fa ( G. Images)

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