I presidi trasformati in geometri: strutture affollate e inadeguate
Tutti all’opera per trovare soluzioni immaginando un mix di classi con studenti in presenza e online La situazione all’Abba, Castelli e Leonardo
Elena Lazzari, la dirigente scolastica dell’Abba Ballini, la prende con filosofia: «Attenderò con pazienza gli esiti dei tavoli regionali e territoriali, dei relativi protocolli, e poi vedremo». Simonetta Tebaldini, preside dell’Itis Castelli, 2.200 studenti, si dice «perplessa come preside, tre volte perplessa come ingegnere», richiamando i suoi studi e il suo precedente lavoro. Massimo Cosentino, alla guida del liceo Leonardo, aspetta la versione definitiva, prevede problemi in una scuola nella quale le classi vanno dai 25 ai 29 studenti e nella quale, già oggi, sette classi sono costrette alla rotazione per mancanza di aule.
Tutti osservano che molto è stato attribuito ai presidi, tutti da tempo sono all’opera per trovare soluzioni. Elena Lazzari non apprezza che si sia arrivati a fine giugno per dire che bisogna cambiare il Piano dell’offerta formativa in piena estate ma ha deliberato i criteri di priorità sul rientro in classe: prima gli studenti con piani di apprendimento individualizzato, poi le prime classi, le terze e chi deve fare le verifiche. Di fatto immagina un mix di classi in presenza e a distanza: «È molto semplice: per rispettare le disposizioni dovrei avere una scuola grande il doppio » . La possibilità di prendere accordi con gli enti locali per avere spazi aggiuntivi esiste in realtà: «Certo che esiste — incalza Simonetta Tebaldini —, ma se tutti hanno questo problema non è che a Brescia sia pieno di spazi vuoti inutilizzati». Di sicuro si entrerà a scuola da ingressi diversi, se possibile anche a orari diversi («però dipende da chi li porta, non da me»). «Mi dicono che devo igienizzare i laboratori ogni volta — osserva la preside —: in pratica è come dirmi che posso utilizzarli a metà. Per non parlare delle palestre aperte anche al pomeriggio per le attività extrascolastiche. Va a finire che passiamo la giornata a igienizzare gli spazi». Massimo Cosentino traccia il cronogramma: «Prima abbiamo fatto il controllo tecnico, per valutare metri e cubature, adesso stiamo facendo il sondaggio tra le famiglie per capire come vengono a scuola, infine la verifica didattica». Già, la didattica: «Ci vorrà inventiva, sicuramente serviranno aggiustamenti». Tutti danno per scontato (almeno alle superiori) che la didattica a distanza col computer a casa sarà diffusa anche il prossimo anno. «Speriamo solo il primo quadrimestre», dice Cosentino. Che è un po’come dire che fino a quando il virus non se ne va da solo o fino a quando non c’è un vaccino testato e disponibile, il problema c’è. Certo, sarebbe imbarazzante aver riaperto per l’estate sotto l’ombrellone e ritrovarci con le scuole chiuse in autunno.