Spazi e didattica a distanza, «facciano subito chiarezza»
Anna Berna è una delle anime del Comitato genitori della scuola primaria Calini che in queste settimane sta promuovendo manifestazioni e iniziative per reclamare una giusta riapertura delle scuole in settembre. Oggi alle 18 sarà in prima fila alla manifestazione «Priorità alla scuola» in piazza Vittoria, iniziativa che si svolge in decine di città.
Ha letto le linee guida? «Sì, lasci perdere. Praticamente ripropongono tutto quello contro cui ci stiamo battendo da settimane: turni, didattica in parte in presenza e in parte a distanza, sdoganamento del ruolo dei privati nelle scuole, classi spezzettate, le ore di 40 minuti. Molta confusione su quasi tutto, delega di fatto ai singoli presidi e poche idee sbagliate».
Forse il problema è che non si sa che virus ci sarà in autunno.
«Certo, però ci vuole chiarezza almeno sulle alternative possibili. Se si torna alla didattica a distanza, come verrà fatta? Tutto delegato ai singoli presidi? Rischiamo di alimentare ulteriori disparità e disuguaglianze tra gli studenti».
Il tutti in classe è difficile nella situazione attuale.
«Sì. E se il virus ritorna in modo pesante c’è il tutti a casa con la didattica a distanza, ma in quel caso vorremmo docenti più formati e meno improvvisati rispetto a marzo. Tre mesi fa andava bene il lavoro in emergenza, in autunno no. Se c’è la via di mezzo, ossia in classe ma con accorgimenti, allora servono spazi. Ed è qui che chiamiamo in causa il Comune».
Cosa dovrebbe fare la Loggia?
«Servono aree, prenda ad esempio la Calini: si potranno usare l’Eden o lo spazio Carme? Se non iniziamo a ragionare ora, a settembre saremo di nuovo impreparati». ( t.b.)