Corriere della Sera (Brescia)

Dall’oratorio di città a portiere della Juve: la favola di Davide Gori

- Luca Bertelli

Sembra una storia da film, ma in fondo è solo il bello del calcio. Stefano Gori, profession­e portiere, 24 anni e bresciano doc, è l’uno su mille che ce la fa. Partire dalla parrocchia del proprio quartiere e arrivare alla Juventus si può: l’attuale calciatore del Pisa ha firmato ieri con la Vecchia Signora e nella prossima stagione incrocerà i guantoni con l’idolo di sempre, Gianluigi Buffon. Quel bambino biondo finito in porta per caso, nella gloriosa Smv dell’oratorio di Santa Maria della Vittoria, ha completato ieri un percorso profession­ale fatto di salite e cadute, cui sono sempre seguite delle risalite. Cresciuto nel Brescia, fucina di grandi portieri (anche Nicola Leali, pupillo di Gino Corioni, fu ceduto alla Juventus), di lui si innamorò Pippo Inzaghi quando allenava la Primavera del Milan: lo chiese e lo ottenne, in un periodo nel quale le rondinelle non avevano i mezzi economici per trattenere i talenti migliori. Persino un giovanissi­mo Gianluigi Donnarumma, suo grande amico, nato tre anni dopo di lui, gli fece da secondo. Ma il salto nel calcio dei grandi non passò da Milanello, in prima squadra era chiuso, a San Siro mise piede solo in panchina. Così Stefano, nel 2017, decise di rimettersi in gioco: scese in Serie C alla Pro Piacenza. E da lì ripartì. Il Pisa investì su di lui: nel giugno scorso, fu tra i grandi protagonis­ti della promozione in Serie B dove quest’anno si è disimpegna­to più che bene, al punto da convincere la Juventus che potrebbe tenerlo nei ranghi o girarlo a un altro club di Serie A. La storia è ancora tutta da scrivere, ma questa è già una favola sportiva.

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