Corriere della Sera (Brescia)

Il «carattere» dell’arte

Il MuSa riapre con Carte scritte Racconti poetici, provocazio­ni e alfabeti tra immagini e parole

- Maria Zanolli

Scritture, segni, lettere, parole. Alfabeti, a volte comprensib­ili a volte indecifrab­ili, immagine e parola s’incontrano nello spazio della carta per parlarci sottovoce o gridare ciò che è necessario. Con Carte scritte sabato — in occasione, dopo sei mesi di chiusura, della riapertura del MuSa di Salò e delle sue sezioni espositive — la Civica raccolta del disegno presenta un’esposizion­e, curata da Anna Lisa Ghirardi, con una nuova selezione di trenta carte di 25 artisti — tra cui nove bresciani — che mette al centro la scrittura e l’immagine. Si riparte, dunque, dall’arte che comunica attraverso — anche — la parola scritta, un invito, forse, a vedere oltre e dentro di sé, per ricostruir­e e ritrovare ciò che è urgente ed essenziale. «La scrittura è comunicazi­one – commenta Ghirardi — verso l’esterno o verso l’interno. È leggersi dentro. E in qualche modo ciò può collegarsi agli eventi che abbiamo vissuto negli ultimi mesi. Leggersi per capire, leggersi per riscoprire i desideri. Quando viviamo delle privazioni riscopriam­o il desiderio. Non è una strada ovvia. Può anche succedere di non trovare le parole e giungere dunque a linguaggi apparentem­ente incomprens­ibili».

Lo sono, per esempio, gli alfabeti della mente della Dadamaino, lettere mute che gridano tutte le storie possibili. «Il visitatore, alias lettore, è invitato a non limitarsi ad una veloce e disattenta lettura, comprenden­do che la complessit­à della poetica di ogni autore, spesso, la si può decifrare solo dopo aver letto molte pagine della sua opera». Parole, dunque, e disegni che sfiorano e stimolano i nostri sensi. «I linguaggi sono eterogenei, il tono del discorso è talora criptico e serrato, talaltra lieve e scanzonato, ma anche introspett­ivo, meditativo o di denuncia. Scritture di cui non conosciamo la chiave d’accesso ma che ci conducono nell’ignoto o nell’assurdo, si accostano a parole significat­ive talvolta persino poetiche, in uno stimolo sonoro, oltreché visivo». Tra i bresciani in mostra Giorgio Bertelli, Francesco Levi, Marisa Pezzoli, Mariano Fuga, Guglielmo

Achille Cavellini, Giovanni Repossi, Armida Gandini, Roberto Comini, Attilio Forgioli. «Forgioli — commenta la curatrice — dona alla Civica raccolta una nuova opera, AK47 raffiguran­te un Kalashniko­v che riflette sulla guerra prendendo spunto da una suggestion­e vissuta dall’artista e ispirata a un disegno realizzato su un bagno pubblico».

La mostra, visitabile fino al 30 settembre è anche, un’occasione per ampliare il patrimonio della Civica Raccolta, il cui comitato vede il ritorno di Pino Mongiello, che fondò la Raccolta insieme a Forgioli nel 1983, e l’aggiunta di Licia Zorzella e Vincenzo Denti.

Le visite alle sezioni del MuSa, contingent­ate, potranno essere effettuate solo su prenotazio­ne on-line all’indirizzo: infomuseod­isalo@.it. Ingresso 9 euro biglietto intero, 7 euro ridotto.

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Il Musa riapre al pubblico dopo sei mesi di chiusura. Entrate contingent­ate
Liberi tutti Il Musa riapre al pubblico dopo sei mesi di chiusura. Entrate contingent­ate

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