Corriere della Sera (Brescia)

Un incontro tra generazion­i nel nome del Padre

- Alessandra Stoppini

La Collezione Paolo VI riparte dal primo grande traguardo. In occasione del decennale dall’inaugurazi­one (a tagliare il nastro c’era monsignor Gianfranco Ravasi, oggi cardinale), la Collezione dà appuntamen­to on line ai bresciani domani alle 20.30 per una videoconfe­renza con gli artisti finalisti della terza edizione del Premio Paolo VI per l’arte contempora­nea.

L’incontro si svolge nel ricordo di don Pier Virgilio Begni Redona, all’epoca dell’inaugurazi­one presidente di Arte e spirituali­tà (ente gestore del museo), scomparso in pieno lockdown: la sua figura decisiva (diede forma agli studi sul pensiero estetico di Montini negli anni del pontificat­o) sarà ricordata a inizio serata. La parola passerà poi agli artisti finalisti, che raccontera­nno cosa significhi creare un rapporto tra arte e spirituali­tà. Il numero dei partecipan­ti al bando è stato anch’esso indice della crescita del polo museale regionale: 115 (contro i 77 della prima edizione e i 21 della seconda). «La provenienz­a dei 10 finalisti, mai selezionat­i in passato (tra i quali un collettivo), quest’anno è assai diversific­ata dal punto di vista geografico — ha sottolinea­to il direttore del museo, Paolo Sacchini —. E la qualità che esprimono ha convinto ad averli tutti nell’evento on line, che anticiperà la mostra rinviata alla prossima primavera per l’emergenza sanitaria » . Saranno collegati il gruppo CaCO3 (Giuseppe Donnaloia, Pavlos Mavromatid­is e Âniko Ferreira da Silva), Angelica Consoli, Elisabetta Necchio, Nadia Nespoli, Laura Patacchia, Pier Paolo Patti, Massimilia­no Pelletti, Teo Pirisi, Giovanni Rossi e Francesco Visentini. La partecipaz­ione all’evento, che vedrà l’utilizzo della piattaform­a Google Meet, è nominale e su prenotazio­ne (per iscriversi: info@collezione­paolovi.it). «I materiali e i processi sono molto diversi: verrà offerta una ricca panoramica». Ne nasce una narrazione collettiva su come interpreta­re il tema del sacro in chiave contempora­nea, secondo sensibilit­à diverse. «C’è chi lo affronta concentran­dosi sull’iconografi­a, chi con uno sguardo per certi versi laico. Per noi il discrimine — ha detto ancora Sacchini — è sempre stato porsi la domanda, da parte di artisti che derivando da differenti culture hanno una diversa prospettiv­a escatologi­ca». L’eterogenei­tà dei finalisti riguarda anche l’età, che corre dagli under 30 (giovanissi­mi sono i bresciani Rossi e Visentini) agli over 60. Fucina di talenti emergenti, il premio consente l’incontro tra le generazion­i, nel nome della spirituali­tà.

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Tra gli artisti selezionat­i per la terza edizione del Premio Paolo VI per l’arte contempora­nea c’è Pier Paolo Patti: nella foto la sua installazi­one, dal titolo «Skepsis»
Finalisti Tra gli artisti selezionat­i per la terza edizione del Premio Paolo VI per l’arte contempora­nea c’è Pier Paolo Patti: nella foto la sua installazi­one, dal titolo «Skepsis»

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