Un incontro tra generazioni nel nome del Padre
La Collezione Paolo VI riparte dal primo grande traguardo. In occasione del decennale dall’inaugurazione (a tagliare il nastro c’era monsignor Gianfranco Ravasi, oggi cardinale), la Collezione dà appuntamento on line ai bresciani domani alle 20.30 per una videoconferenza con gli artisti finalisti della terza edizione del Premio Paolo VI per l’arte contemporanea.
L’incontro si svolge nel ricordo di don Pier Virgilio Begni Redona, all’epoca dell’inaugurazione presidente di Arte e spiritualità (ente gestore del museo), scomparso in pieno lockdown: la sua figura decisiva (diede forma agli studi sul pensiero estetico di Montini negli anni del pontificato) sarà ricordata a inizio serata. La parola passerà poi agli artisti finalisti, che racconteranno cosa significhi creare un rapporto tra arte e spiritualità. Il numero dei partecipanti al bando è stato anch’esso indice della crescita del polo museale regionale: 115 (contro i 77 della prima edizione e i 21 della seconda). «La provenienza dei 10 finalisti, mai selezionati in passato (tra i quali un collettivo), quest’anno è assai diversificata dal punto di vista geografico — ha sottolineato il direttore del museo, Paolo Sacchini —. E la qualità che esprimono ha convinto ad averli tutti nell’evento on line, che anticiperà la mostra rinviata alla prossima primavera per l’emergenza sanitaria » . Saranno collegati il gruppo CaCO3 (Giuseppe Donnaloia, Pavlos Mavromatidis e Âniko Ferreira da Silva), Angelica Consoli, Elisabetta Necchio, Nadia Nespoli, Laura Patacchia, Pier Paolo Patti, Massimiliano Pelletti, Teo Pirisi, Giovanni Rossi e Francesco Visentini. La partecipazione all’evento, che vedrà l’utilizzo della piattaforma Google Meet, è nominale e su prenotazione (per iscriversi: info@collezionepaolovi.it). «I materiali e i processi sono molto diversi: verrà offerta una ricca panoramica». Ne nasce una narrazione collettiva su come interpretare il tema del sacro in chiave contemporanea, secondo sensibilità diverse. «C’è chi lo affronta concentrandosi sull’iconografia, chi con uno sguardo per certi versi laico. Per noi il discrimine — ha detto ancora Sacchini — è sempre stato porsi la domanda, da parte di artisti che derivando da differenti culture hanno una diversa prospettiva escatologica». L’eterogeneità dei finalisti riguarda anche l’età, che corre dagli under 30 (giovanissimi sono i bresciani Rossi e Visentini) agli over 60. Fucina di talenti emergenti, il premio consente l’incontro tra le generazioni, nel nome della spiritualità.