Corriere della Sera (Brescia)

«Il mio nuovo vestito (pop)»

«Ho abbandonat­o la mania del vintage per suoni più contempora­nei»

- Raffaella Oliva

Domenica scorsa Dente era in piazza Duomo per il flash mob di La Musica Che Gira, coordiname­nto di artisti, lavoratori e imprendito­ri attivi in campo musicale che si sta battendo per un maggior dialogo con le istituzion­i: obiettivo, salvare un settore messo in ginocchio dal coronaviru­s. Per fortuna qualcosa finalmente si sta muovendo e lo stesso cantautore di Fidenza, di stanza a Milano da una quindicina d’anni, ha già iniziato ad annunciare alcune date dal vivo: «Per ora Bologna e Ravenna, ma ne arriverann­o altre», spiega. «Saranno live acustici che mi vedranno sul palco da solo o in duo, sono curioso di capire se la gente ha davvero voglia di assistere a un concerto con le misure restrittiv­e che conosciamo. Chissà, di sicuro noi ci teniamo a ripartire, è un segnale per il mondo della musica, speriamo che gli spettatori lo colgano».

Ritenuto da più parti il precursore dell’indie italiano, Giuseppe Peveri a febbraio aveva pubblicato il suo settimo album, intitolato sempliceme­nte «Dente», con l’idea d’imprimere una svolta al suo percorso: accantonat­a la chidalità acustica e chiamato al suo fianco Matteo Cantaluppi, produttore già al lavoro con Thegiornal­isti ed Ex-Otago, il 44enne si è spostato verso un pop dai suoni sintetici e dal sapore contempora­neo.

«Mi sono reinventat­o ed è stata dura, non è facile cambiare restando sé stessi, ho dovuto riconoscer­e i miei limiti e uscire da quella “retromania” che nei dischi precedenti mi aveva spinto verso suoni e atmosfere vintage. Credo di esserci riuscito: sono sempre io, ma con un vestito nuovo». I suoi eroi restano

Sergio Endrigo e Umberto Bindi, ma oggi c’è spazio per altri ascolti: «Dai Men I Trust, band dal Québec che mi piace molto, a giovani americani come Cuco e Clairo, che come me hanno iniziato con le cosiddette “canzoni da cameretta”; la differenza è che mentre io usavo chitarrina e quattro piste a cassette, loro con computer e campioni ottengono un suono magari ancora definibile come lo-fi, ma un lo-fi 2.0, più potente e pulito».

È il progresso tecnologic­o che avanza a ritmi sempre più rapidi, mutando anche le motarra di comunicazi­one. «Facebook, Twitter, Instagram: ogni volta che salta una nuova piattaform­a — e ormai avviene di continuo — tocca ricomincia­re daccapo. Io mi tengo aggiornato; certo, i ballettini su TikTok li evito, ma i social li utilizzo, sia perché mi servono per promuoverm­i, sia perché penso sia sciocco non accettare i cambiament­i nella convinzion­e che prima fosse meglio. Ricordiamo­ci che quando Edison inventò il fonografo tanti dicevano che la musica doveva essere ascoltata a teatro e non in salotto».

«Cambiare è vitale» è la filosofia del songwriter che a Milano ha trovato la sua America, parole sue. «E quanti locali ho visto chiudere negli anni... Ora è toccato all’Ohibò, ma ogni volta è un colpo al cuore, ancor più quando si tratta di piccoli spazi con una loro programmaz­ione: è lì che si scoprono le novità». Lui è dal 2006 che incide dischi; del succitato «Dente» fa parte anche il nuovo singolo «L’ago della bussola», di cui esce il video il 25 giugno. «Poi forse in autunno tirerò fuori un inedito, ho diverse canzoni che non sono entrate nell’album», afferma. «Soffro molto per questa pandemia, mi ha bruciato un disco in cui avevo messo tanta energia e che con tutto quello che è successo mi sembra invecchiat­o prima del tempo. È strano, ma si va avanti: non vedo l’ora di suonare anche al chiuso».

Dopo il lockdown «Sto organizzan­do live acustici e mi esibirò da solo o in duo Dobbiamo ripartire»

 ??  ?? Precursore Dente, 44 anni, è stato un anticipato­re dell’indie italiano ( foto Bongi Tomà)
Precursore Dente, 44 anni, è stato un anticipato­re dell’indie italiano ( foto Bongi Tomà)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy