Corriere della Sera (Brescia)

Arte, foto e storie perdute Il lato social della cultura

Dall’arte alle rubriche teatrali: l’altro lato di Facebook

- Di Costanzo Gatta

Fotografie vintage, dipinti, performanc­e teatrali, storie e aneddoti di una Brescia ormai dimenticat­a: sono tantissimi i gruppi Facebook che raccontano lati insoliti della città o condividon­o pillole di cultura. Un salotto virtuale animato da bresciani che postano ogni giorno contenuti letterari, artistici o nostalgici.

Su Facebook c’è un interessan­te salotto letterario nato per caso. Lo formano solo quelli che rifiutano gli interventi da bar sport, che non s’accodano alle polemiche del momento ma, invece, giorno dopo giorno, sviluppano argomenti che stanno loro a cuore e arricchisc­ono il prossimo.

Qualche esempio? Chi ama la storia spicciola della nostra Brescia trova Fabio Maffei che, periodicam­ente, riporta curiosità piluccate qua e là. Talvolta indugia su un proverbio, talora riscrive una leggenda o un fatto storico o approfondi­sce la vita di un personaggi­o. E dato lo spunto dopo poco altri appassiona­ti di brescianit­à si aggregano, commentano, chiosano, ribattono. A seconda dei casi. Se poi uno preferisce che pagine di storia bresciana siano raccontate divertendo, cerchi la rubrica video Chél chi chèl lé curata dal regista Enrico Fappani e dall’attore Roberto Capo (abito nero, cappello sulle ventitré). Quasi ogni settimana offrono un corto assai piacevole.

Bruno Massadi, noto fotografo bresciano, anche se in pensione continua a girare per la sua amata città e a scattare. Avendo buon occhio e sensibilit­à, non gli scappa certo l’immagine festosa di neolaureat­i che in piazza Loggia lanciano in aria i cappelli o gli alberi e le case di piazza Tebaldo Brusato. O, ancora, il delicato ritratto di una ragazzina che ha colto un fiore. Talvolta si rifugia in archivio e recupera immagini di una Brescia che non c’è più: il vecchio tram, una piazza Rovetta con le bancarelle il Garza a cielo aperto verso Borgo Trento: un solluchero per chi raccoglie foto d’antan.

Lionella Parolari ha fatto di Facebook la sua galleria d’arte. Propone giorno dopo giorno, manifesti strappati — sono la sua ultima espression­e artistica — ed altre composizio­ni. C’è poi il gruppo Adolfo Wildt ed i suoi contempora­nei — 800 iscritti — che non si stancano di offrire immagini (con commento) dei suoi capolavori e di altri artisti del periodo. Lo fanno per ricordare al prossimo, anche con due post al giorno, lo scultore milanese ed il mondo artistico italiano nei primi tre decenni del XX secolo. E allora chi entra nel sito può ammirare il pescatore di Messina o il maniscalco di Achille Alberti, o il ritratto del padre di Albino Manca. Gli Amici del Vittoriale regalano notizie inedite su d’Annunzio, la casa di Cargnacco, i personaggi che hanno gravitato attorno a lui. Sorprese non mancano mai. Di recente la foto (inedita) del parroco della vicina chiesa di San Nicolò: don Bellicini, il cui campanaro suonava i sacri bronzi in maniera sguaiata tanto da offendere le orecchie sensibili del vate e provocare la sua collera. Fu una battaglia lunga la sua. Nemmeno regalando quattrini alla parrocchia, riuscì a tenere a freno l’esuberante campanaro. Lo scongiurò nel nome di San Francesco, musico senza risultato.

Orietta Trazzi, Antonella Massussi, Laura Del Buono, Michela Busi, tutte insegnanti di danza classica, aggiornano il colto e l’inclita segnalando allieve che hanno abbracciat­o Tersicore e raggiunto il successo. Ci aggiornano così sulla ragazzina di Lumezzane assorbita dalla Scala o dal giovanotto della Bassa scelto dal Bolshoi di Mosca.

Un pubblico di fedelissim­i segue Giusi Villari, architetto e professore­ssa. Lei, presiede la Sezione Lombardia dell’Istituto italiano dei castelli — nata nel 1992, — e che ha cura delle attività di studio legate alle fortificaz­ioni che riguardano specificam­ente il territorio bresciano. Sulla pagina Facebook da poco pubblica note descrittiv­e dei fortilizi presenti nei nostri comuni, corredate da immagini.

Bella iniziativa per conoscere meglio il territorio. Seguendo l’ordine alfabetico ha iniziato da Acquafredd­a, Agnosine, Alfianello, Anfo. Si ripromette di arrivare fino alla zeta di Zuino. Chi volesse seguirla deve cercare la pagina «Delegazion­e di Brescia dell’istituto italiano dei castelli».

C’è poi una seconda Giusi Villari, studiosa del costume e delle mode nei secoli. Da sette anni, ogni giorno, pubblica una diversa immagine di donna agghindata con una collana, un diadema, un anello solo di perle. Se moltiplich­iamo 365 per sette, ci rendiamo conto di quante diverse immagini sia riuscita a trovare girando per quadrerie e musei d’Europa e frugando nei libri e nei cataloghi di storia dell’arte.

Insomma: non sono pochi quelli che usano bene Facebook. È consolante.

I decadenti

Gli Amici del Vittoriale regalano notizie inedite su Vate e personaggi che lo incontraro­no

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Post Un ritratto «condiviso»
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