Un requiem in onore delle vittime
Frizza sul podio (e in diretta) con il Requiem di Donizetti «L’omaggio a chi non c’è più»
Le note solenni e meste del Requiem di Gaetano Donizetti per rendere l’estremo omaggio alle vittime bergamasche del Covid. A dirigere il capolavoro sacro sarà il bresciano Riccardo Frizza, direttore musicale del Festival Donizetti. L’esecuzione, stasera alle 20,30 dal cimitero monumentale di Bergamo, sarà trasmessa in diretta su Rai1, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dei 243 sindaci della provincia orobica. Accanto a Orchestra e Coro Donizetti Opera, un cast di interpreti di fama internazionale, due dei quali bresciani: il soprano Eleonora Buratto e il mezzosoprano Annal isa Stroppa. Il Corriere ha intervistato Riccardo Frizza.
Come è nata l’idea di eseguire questo Requiem?
«Il motivo è che la città di Bergamo, con Brescia la più colpita d’Italia dal Covid, prima di ripartire, prima delle attività estive, deve fare un omaggio a chi se n’è andato a causa della pandemia. Abbiamo scelto di eseguire il Requiem davanti all’ingresso del cimitero monumentale perché l’immagine che tutti hanno in mente è quella della fila dei camion che partivano da lì, carichi di bare. E da lì dobbiamo ricominciare. La città sta ripartendo e vuole ripartire, ma come primo atto la commemorazione era doverosa». Perché Donizetti? «Essendo la sua città, non potevamo scegliere che il Requiem di Donizetti. È vero che si tratta di un lavoro poco conosciuto rispetto ad altri Requiem. Nonostante la partitura sia di fatto incompiuta, perché mancano il Sanctus e l’Agnus Dei, è molto interessante. Fu scritta per la morte di Vincenzo Bellini e devo dire che, avendo consultato l’originale, è una pagina scritta abbastanza di getto, con poche correzioni e ripensamenti. Quando dirigo Donizetti, leggo sempre anche lo spartito originale: capisci molte cose, l’importanza di certi segni, di certe scelte».
Come si presenta il Requiem sotto il profilo musicale?
«È una pagina dove Donizetti mostra la sua arte accademica: ci sono due fughe molto ben scritte. Il modello è certamente il suo maestro Giovanni Simone Mayr, si tratta di un Requiem di stampo classico, molto simile come successione dei brani a quello di Mozart. L’estetica dell’operista traspare sempre, ci sono pagine molto drammatiche e teatrali, come accadrà poi per Verdi».
Ci presenti il cast.
«Ho invitato personalmente gli interpreti. Si tratta di artisti del territorio: oltre a Buratto e Stroppa che sono bresciane, il tenore Pretti è milanese, il basso Esposito è di Bergamo. Sono tra le migliori voci italiane a livello internazionale».
Si farà il Festival Donizetti?
«Si farà e il programma resterà quello annunciato, con alcuni doverosi ritocchi. Il Cda sta facendo le sue valutazioni e fra poche settimane annunceremo il cartellone».