Frizza: serata da brividi con Mattarella
«Con la musica siamo forse riusciti a riconciliare il nostro mondo terreno con chi non c’è più» Frizza sul palco bergamasco per ricordare le vittime del coronavirus
«Una serata che mi ha riconciliato con la difficile esperienza della malattia». Così il direttore d’orchestra Riccardo Frizza sintetizza il senso e l’emozione del concerto in memoria delle vittime del Covid trasmesso in diretta su Rai 1 domenica sera dal cimitero monumentale di Bergamo, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Alla guida dell’orchestra e del coro Donizetti Opera, Frizza ha guidato l’esecuzione della Messa da Requiem di Gaetano Donizetti, compositore bergamasco. Di alto livello anche i solisti, tra cui due stelle bresciane del Belcanto, il mezzosprano Annalisa Stroppa e il soprano Eleonora Buratto.
«È stata una serata molto commovente — spiega il maestro —, intensa, per tutti noi musicisti, che abbiamo dato il massimo. Mi piace citare una frase del mio amico Enzo Bosso: siamo fondamentalmente dei servitori della musica, che è una sorta di ponte. Così, attraverso la musica siamo forse riusciti a riconciliare questo nostro mondo terreno con coloro che non ci sono più, con chi ci ha lasciato a causa della pandemia, spesso senza un commiato alla presenza di parenti ed amici».
Quale momento l’ha emozionata di più?
«Ho trovato molto toccante il silenzio che si è creato prima dell’esecuzione, mentre il presidente Mattarella posava la corona di fiori vicino alla lapide in memoria delle vittime. Quel silenzio spontaneo ha dato la cifra dell’omaggio che ci apprestavamo a rendere. Personalmente, guardavo il monumento illuminato davanti a me e in un certo senso questa immagine, unita al silenzio, mi ha aiutato a ritrovare me stesso».
Lei e la sua famiglia siete stati colpiti dalla pandemia. Come ricorda questa esperienza?
«Sia io che mia moglie (il soprano Davinia Rodriguez, ndr), sia i miei genitori e le mie sorelle abbiamo contratto il Covid, fortunatamente in maniera leggera, senza complicazioni polmonari. Era il 7 marzo scorso: io avevo la febbre e centinaia di persone al giorno morivano, alcune delle quali io stesso conoscevo. Non è stato bello: ti pervade un’ansia difficile da spiegare, un senso di incertezza che dà la misura di quello che abbiamo attraversato. Ecco, quel silenzio mi ha fatto superare tale sentimento, ha fatto sentire me e la mia famiglia persone fortunate».
Cosa le ha detto il presidente Mattarella quando si è avvicinato per salutarla a fine concerto?
« Mi ha chiesto di farmi portavoce della sua gratitudine nei confronti dei solisti, del coro e dell’orchestra. Mi ha detto di essere stato colpito dall’intensità dell’esecuzione, che ha trovato molto commovente. Da parte mia, l’ho ringraziato di essere lì a testimoniare la sua vicinanza per un evento così importante».
Da musicista, come avete vissuto il rispetto delle regole anti Covid?
«L’uso della mascherina per il coro e delle pareti divisorie per i fiati risponde alle norme regionali per gli eventi dal vivo e da queste non si può prescindere. Certo, ne avremmo fatto volentieri a meno, ma non era possibile e in considerazione del luogo e dell’evento, nessuno ha pensato che fosse cosa sbagliata. Lo abbiamo accettato di buon grado: per la sicurezza di tutti, meglio rinunciare a qualcosa a livello di suono e stare più tranquilli. Fosse stata un’opera, sarebbe stato diverso, ma qui ciò che contava erano la musica e il testo».