Brescia-Verona Quella di oggi è l’ultima fermata
In campo alle 19.30. Speranza salvezza solo con i 3 punti contro l’Hellas rivelazione
Mancano nove partite, ma l’ultima fermata è questa. Le briciole di speranza di una salvezza — sul piatto nonostante i 204 giorni di astinenza da vittorie — passano da Brescia-Verona. Non è solo un derby del Garda, peraltro svuotato di tensioni dalla mancanza dei tifosi sugli spalti ( la Curva Nord alle 18.30, un’ora prima della gara, si recherà al Civile per rendere omaggio a chi si è battuto contro il Covid-19) e persino dall’assenza di Mario Balotelli,
nemico numero uno del pubblico scaligero e finito nel mirino pure dei suoi concittadini. È una finale, definizione abusata in questo ultimo spicchio di campionato eppure veritiera. Per la squadra di Lopez, s’intende, il primo a lanciare la volata pochi minuti dopo la tremenda scoppola contro l’Inter. L’Hellas ha l’Europa nel mirino, tuttavia è già per distacco la rivelazione del campionato: ultima tra le iscritte, ultimissima nei pronostici di un’estate fa, è ottava e ha superato la quota salvezza con nove giornate d’anticipo. Merito della società, soprattutto dell’allenatore: Ivan Juric ha fatto la differenza, valorizzando molti giovani, creando presto un’identità a un gruppo nel quale il capocannoniere (Samuel Di Carmine) ha segnato le stesse (poche) reti di Alfredo Donnarumma, sei.
Lezione e promemoria per tutti: in Serie A non si salva chi punta sugli attaccanti ma sull’omogeneità della rosa, su un sentimento comune. Il Verona, sin da agosto, corre all’unisono e ancora non ha smesso di farlo. Ma se oggi si prenderà una pausa, dietro l’angolo specie quando il pronostico gioca a favore, allora il Brescia avrà le armi per metterlo in difficoltà. L’Hellas ha la quarta difesa del torneo con 34 reti subite, ma nel calcio post lockdown ne incassa due a incontro: senza pressioni da gestire, è divenuta più sbarazzina e meno militaresca. Le Rondinelle invece non possono che affidarsi ai singoli, al loro orgoglio e anche a quello del proprio tecnico, che cerca la prima vittoria con il Brescia. Escludendo la mesta serata a San Siro, dove Lopez è franato (Chancellor torna tra i convocati, potrebbe essere la sorpresa) prima dei suoi giocatori, qualche progresso in fase offensiva c’è stato. Specie con Ernesto Torregrossa in campo. La squadra deve aggrapparsi al capitano: alla sua capacità di fare reparto, alla tecnica che gli consente di essere allo stesso tempo centravanti e costruttore di gioco, colmando le incertezze di un Tonali abulico. Sperando che basti. Più che per la salvezza, per la speranza. Sarebbe già qualcosa.