Muore in bicicletta la compagna dell’ex ciclista Velo
Incidente a Lonato, Roberta aveva 51 anni
Per capire che fosse un’anima bella bastava parlarle meno di un minuto. Il sorriso, sulla bocca e negli occhi, come stile di vita e un’aura di forza e dolcezza che sembrava abbracciarti, appena incrociavi il suo sguardo. Sicuramente Roberta Agosti era uscita di casa con lo stesso sorriso e con la stessa aura anche ieri, dopo il saluto quotidiano via chat al gruppo delle sue ragazze dello yoga che praticava e insegnava, insieme all’educazione teatrale, anche ai bambini. In programma la sessione di allenamento in bicicletta, una delle sue passioni, con il compagno, l’ex ciclista professionista Marco Velo, e una quindicina di amici. Cinquantuno anni compiuti un mese fa, mamma di due ragazzi ventenni, la vita di Roberta si è bruscamente interrotta contro un’auto cisterna che trasportava latte in via Fenil Nuovo Scoperta a Castel Venzago, frazione di Lonato. Uno schianto (la procura ha aperto un’inchiesta) che ha spento una luce che faceva il mondo più bello per quanti hanno avuto la fortuna di incontrare nella loro vita Roberta e i suoi occhi azzurro cielo incorniciati da ricci ribelli.
Il lago di Garda a fare da sfondo all’allenamento sui pendii delle colline. Il sole a scaldare i muscoli insieme alle pedalate vigorose. Tesserata per il Team Millennium, condivideva con il compagno Marco Velo, braccio destro del Ct della Nazionale di ciclismo, Davide Cassani («Vorrei chiedere a Marco di fare metà del suo dolore con me» ha scritto), la passione per le due ruote e le gare, gran fondo, soprattutto. «Il ciclismo ci aveva fatto conoscere e il ciclismo ci ha separati. Stavamo bene insieme, era un anno e mezzo che ci frequentavamo, entrambi venivamo da storie finite e adesso mi trovo a piangere una donna che amavo e dentro di me ho solo un profondo e incontenibile sentimento di fine». Quello di Velo è un urlo di dolore straziante, velato dalle immagini degli ultimi istanti vissuti con Roberta. Il gruppo aveva scelto un percorso di campagna per pedalare in sicurezza. Strada stretta e in leggera salita e andatura moderata – « 23 all’ora», ha dichiarato l’ex professionista della bici a tuttobiciweb. Gruppo diviso in due pattuglie. Marco e Roberta nella prima, lui davanti, lei nella retroguardia. Ad un certo punto qualcuno urla «camion!» per avvisare dell’arrivo del mezzo pesante ( che procedeva lentamente). I primi del gruppo frenano, ma sorpresa e brecciolino causano una scivolata sull’asfalto per tre o quattro ciclisti. Roberta, dietro, si trova spiazzata, non si accorge (forse) della cisterna e per non travolgere i compagni di corsa vira tutta a sinistra e si scontra frontalmente con il mezzo pesante. L’urto è letale. Le ferite troppo gravi. Resta a terra esanime. Vengono chiamati i soccorsi e la Polizia Stradale. Si alza in volo l’eliambulanza perché la situazione è grave, ma si spera di poter rianimare Roberta. Il suo cuore, però, aveva già smesso di battere subito dopo lo schianto. La disperazione dilania Marco e gli amici, ammutoliti dalla tragedia. In un attimo la notizia dell’incidente fa il giro delle chat dei gruppi sportivi bresciani, di ciclismo e podismo (Roberta aveva a lungo praticato anche la corsa). E lo sgomento regna sovrano. «Ma l’avevo sentita stamattina, avevamo appuntamento per vederci martedì. Non può essere vero», racconta un’amica con la voce strozzata dal dolore che tracima fino ai social. Sono centinaia i messaggi increduli e di condoglianze per un dramma che sembra la tragica somma di una serie di coincidenze che solo un destino spietato riesce ad ordine in una trama tanto feroce.