Corriere della Sera (Brescia)

Tagliare 1 milione di chilometri

- Claudio Bragaglio

Allarmante l’azzerament­o del contributo della Provincia di Brescia per il trasporto pubblico. Che vi fosse una priorità, da tutti condivisa al tavolo prefettizi­o, di evitare il «rischio caos» per le scuole era cosa risaputa. Decisivi i contributi dati dalla scuola bresciana tramite il dirigente dell’UST, Bonelli, presidi e insegnanti. Così come per l’indispensa­bile corrispond­enza tra le presenze in Aula e il trasporto di oltre 30 mila studenti delle scuole superiori su 55 mila iscritti, dei quali circa 24 mila si avvalgono dei servizi extraurban­i. La decisione di azzerare i 2 milioni di euro, già da tempo previsti, mette in crisi proprio tale difficile operazione. Ed impone altresì all’Agenzia di tagliare le corse degli autobus per un milione di km, fin da subito. Questi i fatti allarmanti che mi auguro vengano riconsider­ati. La Provincia è tenuta a contribuir­e al Tpl. Ma modi e tempi d’un tale azzerament­o sono di per sé il segno d’una sottovalut­azione oltre che degli impegni presi, anche dei problemi che vi son sottesi. A maggior ragione consideran­do che la

Provincia, fino all’inizio 2016, ha gestito il 70% di tutto il Tpl bresciano. La legge n. 6/2012 è una buona legge che ha fatto nascere le Agenzie del Tpl sulla base di una diretta collaboraz­ione tra Provincia e Comune di Brescia, che hanno il 90% dell’Agenzia del Tpl, e con Regione Lombardia. Con contribuzi­oni annuali del Comune, di ben 8,5 mln di euro, con la Provincia che è scesa da 7,5 mln, a 4 mln, fino all’azzerament­o. Si tenga presente che il TPL bresciano si regge su un “bilancio” di oltre 100 milioni di euro, di cui 65 di provenienz­a pubblica. È proprio il ritrarsi dal Tpl che suscita un pesante interrogat­ivo, in quanto mette in discussion­e il ruolo stesso degli Enti Locali nel settore strategico della mobilità. Facilitand­o così due opposte e negative tentazioni: da una parte il disimpegno degli Enti Locali e, dall’altra, la pervasivit­à d’un neocentral­ismo regionale. Consapevol­i dell’antico motto americano quand’anche invertito in: «no representa­tion without taxation». Ovvero: non c’è ruolo senza impegno economico. Errori già compiuti in passato in fatto di strutture ospedalier­e, con l’estromissi­one delle comunità locali - si ricordi la critica dell’on. Martinazzo­li – fino ad arrivare all’Aler, con l’estromissi­one dei Comuni dalla edilizia pubblica (ERP).

Altro che «casa dei Comuni», qui si rischia di perder casa persino per se stessi in fatto di scelte strategich­e per trasporto collettivo e mobilità sostenibil­e. Come peraltro si desume dalle dichiarazi­oni stesse del presidente Alghisi che fa esplicito riferiment­o ad un dibattito interno che vede in campo sostenitor­i d’un distacco della Provincia dal Tpl. Questo il punto. Questo «chiamarsi fuori» dall’impegno economico della Provincia è emblematic­o di chi crea le condizioni della propria totale estromissi­one. Con il rischio anche d’un isolamento dello stesso capoluogo, in una fase che rimane irrisolta per il finanziame­nto del metrò e che è questione non solo cittadina, ma dell’intero sistema. L’assessore Manzoni ha confermato l’impegno del Comune per il 2020, ma quanto potrà durare tale esposizion­e senza risolvere il problema economico della gestione del metrò? A questo si aggiunga che l’Agenzia vive un passaggio molto delicato: 20 mln di euro di mancati introiti per le Aziende del TPL dovuti al Covid e all’impatto economico della gestione del Piano Trasporti per l’apertura delle scuole.

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