Brescia, il sogno non è ancora finito
Dopo la vittoria nel derby del Garda la lotta per la salvezza ricomincia da Torino
Dopo la vittoria di domenica nel derby del Garda, il Brescia ha ricominciato a credere nel sogno salvezza: restano 8 punti da recuperare, è il momento di spingere. La velocità media della squadra non è sostenuta, tuttavia è migliore rispetto a quella delle rivali dirette: le rondinelle di Diego Lopez viaggiano a un ritmo di 1,25 punti a incontro dalla ripresa del campionato. Servirà molto di più per salvarsi, la quota salvezza si attesta almeno a quota 37 e ciò significa che nelle ultime otto giornate andranno messe a segno cinque vittorie e un pareggio per sperare nell’impresa. Si ricomincia domani, contro un Torino che necessita di una vittoria per sconfiggere le paure. Appuntamento alle 21.45.
Il Brescia è sempre stato iscritto alla lotta salvezza anche se da ultimo convitato, snobbato dalle avversarie e persino da se stesso. Da domenica sera, però, qualcosa è cambiato: la squadra adesso ci crede. Per davvero, non solo con dichiarazioni di facciata. La sconfitta pesante a San Siro aveva spento la miccia accesa dai pareggi con Fiorentina e Genoa, senza tuttavia mutare il divario dal quartultimo posto. I punti da recuperare erano otto: tanti, ma già inferiori al divario di partenza (nove lunghezze). Ora sono diventati sei: potevano essere cinque, se il Genoa non avesse pareggiato a Udine al minuto 96.
I conti andranno fatti alla fine o a qualche curva dal traguardo. Ora è il momento di continuare a spingere, perché chi guida il gruppo può gestire le risorse mentre chi è nelle retrovie deve solo tirare a tutta. Se il campionato di Serie A può essere assimilato a una corsa ciclistica a tappe, alle rondinelle tocca ora una lunga cronometro prima dell’arrivo (si spera) in volata. La velocità media non è sostenuta, tuttavia è migliore rispetto a quella delle rivali dirette: la squadra di Lopez viaggia a un ritmo di 1,25 punti a incontro dalla ripresa del campionato.
Servirà molto di più per salvarsi, la quota salvezza si attesta almeno a quota 37 e ciò significa che nelle ultime otto giornate andranno messe in cascina cinque vittorie e un pareggio (le trasferte con Atalanta e Lazio sembrano le più proibitive ma una classifica mutata potrebbe cambiare gli stimoli per entrambe) per sperare nell’impresa. Considerando che il calendario propone quattro scontri diretti — Torino, Spal, Lecce, Sampdoria — e due incroci (Roma e Parma) con formazioni in evidente flessione, le rondinelle hanno ancora molto nelle proprie mani. Non tutto, certo, ma chi avrebbe immaginato il 22 giugno che l’ultima della classe potesse essere la migliore, tra le squadre in zona retrocessione, nel calcio post Covid? Il Lecce non ha ancora fatto un punto, la Spal è già stata superata, il Genoa si è salvato due volte grazie ai rigori, Udinese e Samp hanno cambiato passo solo negli ultimi cinque giorni, la Fiorentina ha spento la crisi solo a Parma.
E poi c’è il Torino. L’avversario di domani alle 21.45, il nuovo gran premio della montagna che attende Torregrossa
e soci. Nelle otto partite della gestione Longo, sono arrivati solo 4 punti: se replicati da qui alla fine del torneo, non basterebbero per evitare la B. I granata necessitano di una vittoria per scacciare le paure, ma non può essere il Brescia a lasciargliela. Non ora. Lopez deve combattere anche la stanchezza dei suoi: in panchina ha poche alternative, il recupero di Chancellor ne offre una in più ma la coppia Papetti-Mateju al centro della difesa è stata decisiva con il Verona. L’uruguaiano ha però trovato un modulo nuovo (il 4-4-2) in cui credere e undici interpreti adeguati alla missione. Chi può rinunciare adesso ai migliori? Il turnover è roba da ricchi e il Brescia può salvarsi solo con la fame dei poveri, che nel calcio a volte fa miracoli. Così deve continuare a combattere. Fin quando ce n’è.