Garda, boom microplastiche «È allarme»
Le microplastiche sono così piccole che spesso è impossibile osservarle. Finiscono nella catena alimentare dei pesci, di cui poi ci si nutre. Le microplastiche hanno già infestato i mari e ora lo stanno facendo anche con i laghi. A ri-lanciare l’allarme è Legambiente, che ricorda quanto il problema si stia espandendo: «Nel lago di Garda si è passati dalle 9.900 particelle del 2017 alle 131.619 del 2019 per kmq». Più che decuplicato il dato. Il Benaco, che ha di per sé una qualità dell’acqua migliore del vicino Sebino, si sta riempiendo di microplastiche. Il problema riguarda tutta Italia. Nel Trasimeno (Umbria) le particelle sono triplicate, dentro il lago di Bracciano (Lazio) sono quadruplicate. Tra queste microplastiche ci sono anche molti frammenti di rifiuti che si disgregano, i più diffusi sono polistirolo e polietilene (Pet), quello delle bottigliette. Per limitare il problema ha preso corpo il progetto «Life Blue Lakes», che coinvolge nello studio anche i laghi di Costanza e Chiemsee in Germania. Il progetto ha come capofila e coordinatore Legambiente, mentre tra i partner c’è l’Enea. L’obiettivo di Blue Lakes è di ridurre e prevenire la presenza di questi inquinanti invisibili attraverso una serie di azioni che coinvolgeranno istituzioni, enti e autorità locali, aziende e cittadini. Banali comportamenti quotidiani facilitano la dispersione di questi inquinanti, che derivano per esempio dai tessuti sintetici che rilasciano microfibre (fino ad un milione e mezzo per un normale lavaggio in lavatrice), dai cosmetici, dai rifiuti abbandonati, senza dimenticare che le microplastiche si formano anche dall’attrito tra pneumatici e asfalto. ( m.tr.)