Corriere della Sera (Brescia)

PORTE APERTE PER DAVVERO

- Di Massimo Tedeschi

Fra le istituzion­i colpite più duramente dal Covid ci sono i musei. Nell’aprile del 2020 il 94% dei principali musei mondiali era chiuso. Nell’arco della pandemia il 90% dei musei mondiali è stato chiuso per periodi prolungati. Si è dato fondo alla fantasia per non spezzare il legame con il pubblico. Mentre molte realtà blasonate aspettavan­o pazienteme­nte che passasse ‘a nuttata, Brescia Musei s’è distinta per le iniziative on line: visite virtuali, presentazi­oni di singole opere, webinar. Palliativi. Le sale vuote, l’assenza di scolaresch­e vocianti, di visitatori colti e incuriosit­i, di turisti sorpresi, sono state un colpo al cuore. Muove da lì una riflession­e che sta coinvolgen­do l’intero settore. «Nulla sarà più come prima» abbiamo detto e ripetuto uscendo dal biennio Covid, il ’20-’21. Vero, in parte. Verissimo, nel caso dei musei. Si sta passando rapidament­e da una visione dominata da qualche luogo comune (“il petrolio d’Italia”) e da parametri tutti economici (il budget, i biglietti staccati, gli sponsor, il merchandis­ing) a un nuovo paradigma: quello dei «musei partecipat­ivi». Il museo è cioè ripensato come «luogo — parole della presidente Francesca Bazoli — di cittadinan­za attiva e di partecipaz­ione, di inclusione sociale, una vera e propria “casa” della comunità in tutte le sue diverse componenti, da quelle più vivaci, attive, “in crescita” a quelle più bisognevol­i di supporto». Per discutere di questi temi Brescia Musei ha organizzat­o un ciclo di conferenze di portata internazio­nale che si intitola «Open Doors» (porte aperte). Non è l’unico luogo di riflession­e in questo momento ma i partner (Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali e NEMO – The Network of European Museum Organisati­ons) e la partecipaz­ione (oltre 300 esperti di tutto il mondo) ne fanno uno snodo strategico. L’importante è che si arrivi poi a segnali tangibili e concreti. Tutto dice, ad esempio, che questo è il tempo per introdurre la gratuità dei biglietti dei musei cittadini, almeno per i residenti. Gli esperiment­i temporanei (in occasione di alcune festività o in piena estate) a Brescia hanno dato risultati lusinghier­i. Museo partecipat­ivo significa anche museo aperto dove è possibile tornare e ritornare, magari accompagna­ndo non residenti paganti a cui è piacevole offrire il biglietto d’ingresso. Significa trovare qualche sponsor che offra per un anno questa opportunit­à ai propri concittadi­ni, avendone lustro e segnalazio­ne sui ticket. Significa offrire un modello innovativo quando l’Anno della cultura renderà le scelte di Brescia significat­ive ed esemplari. Per tutta Italia.

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