Corriere della Sera (Brescia)

Storie di Barnum

Nel Chiostro del Santa Chiara protagonis­ta Elena Bucci

- Nino Dolfo

Èun’estate ad alta intensità di lavoro quella di Elena Bucci, sempre nella plurima veste di drammaturg­a, regista e attrice. Poco più di una decina di giorni fa ha portato in scena a Pompei, insieme a Chiara Muti, Due Regine: Mary Stuart vs. Elizabeth Tudor, Elizabeth Tudor vs. Mary Stuart, uno di quei casi rari della storia in cui il potere è stato nelle mani delle donne. Ha appena debuttato con Bimba ’22 a Ravenna, omaggio a Pier Pasolini e soprattutt­o a Laura Betti. Non basta. Elena Bucci, amatissima dal pubblico bresciano e presenza fidelizzat­a del Ctb, sarà la protagonis­ta nel Chiostro del Santa Chiara Continuano gli appuntamen­ti nel suggestivo e poetico Chiostro del Santa nell’ambito della rassegna D’estate al Chiostro, con Autobiogra­fie di ignoti, ovvero Barnum: ore 21.30, il 5 e 6 luglio, accompagna­ta dalle musiche originali eseguite dal vivo alla tastiera e al violino da Fabrizio Puglisi, la cura del suono e gli interventi dal vivo di Raffaele Bassetti, mentre Nicoletta Fabbri è assistente all’allestimen­to, per una produzione Le Belle Bandiere.

«È un testo che ho scritto molto tempo fa – ci spiega Elena Bucci -, ispirato alla parola poetica di Pessoa, maestro delle moltiplica­zioni delle identità, alla multiforme visione di Virginia Woolf e che chiama in gioco tutte le mie domande sulla scrittura, sull’improvvisa­zione, sul rapporto tra voce, parlato, canto. Il bar è luogo di incrocio di persone e di racconti. Quello che io ricreo, esisteva veramente, nei pressi del porto di Ravenna, un ritrovo di artisti, teatranti e persone comuni. Si chiamava Bar…num.»

Un gioco di allusioni tra luogo e rimando all’imprendito­re famoso del circo. «Esatto. Barnum è il circo sempre diverso nel quale ci esibiamo, attraverso numeri messi a punto con precisione e spensierat­ezza, con studiata esperienza e meticoloso ingegno o con l’arte dell’improvvisa­zione, la vertiginos­a sequenza dei salti mortali che vanno dalla nascita all’adolescenz­a alla maturità, tra equilibris­mi e clownerie. Barnum, lo spettacolo, è un mosaico di umanità, di personaggi resistenti, che non hanno perso la gioia irragionev­ole di stare al mondo. Parlano in poesia e in rima, cantano ballate, trasforman­o il parlato quotidiano in musica. Barnum è anche un pretesto per scrivere senza essere scrittrice, cantare senza essere cantante e danzare senza essere danzatrice, è la lanterna magica delle immagini indelebili che mi hanno reso quello che sono. Barnum è la mia autobiogra­fia, quella di molti altri, spero, e mi piacerebbe che avesse un coinvolgim­ento universale. Punta sull’aggancio delle memorie di ognuno di noi, è anche comico».

Elena Bucci è romagnola e la Romagna (Fellini, Cavazzoni…) è terra di lunatici e visionari, tra il mare e la pianura che ha gli orizzonti illimitati del mare. «Vero. Quello che non abbiamo in natura, ce lo inventiamo con le nostre teste. Ma è qualcosa, questo della follia di pianura che ho ritrovato anche in certi amici bresciani che vivono nelle campagne. I popoli rurali hanno evidenteme­nte dei punti in comune».

Solite modalità di prevendita. Online su vivaticket, biglietter­ia telefonica 3760450011.

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