Turismo, segnali positivi per le vacanze di Natale Montagna da «sold out» Il «last minute» sui laghi
Fantini: «In città camere occupate fino al 70% verso il 2023»
Dopo una stagione estiva da record e un intermezzo autunnale con numeri ancora positivi (pur con un calo fisiologico) l’avvicinarsi delle vacanze di Natale porta un ritrovato ottimismo tra gli operatori del turismo.
A confermare il perdurare degli effetti di un’ottima stagione è il ponte dell’Immacolata: secondo un’indagine di Federalberghi 12 milioni di italiani si metteranno in viaggio, muovendo un totale di 4 miliardi di euro. La maggior parte degli spostamenti sarà all’interno del territorio italiano: in cima alla classifica delle mete preferite ci sono, senza sorprese, le località di montagna (28,5%), seguite da città d’arte ( 27,8%), mare ( 13%) quindi laghi (5,3%) e località termali (5%).
Proprio i laghi bresciani si preparano a chiudere un anno finalmente positivo. Buona la situazione sul Garda, dove le (poche) strutture che hanno scelto di rimanere aperte contano su un discreto numero di prenotazioni nonostante la bassa stagione: «Gli indici di occupazione per Natale e Epifania sono accettabili, intorno al 60%. Molte prenotazioni saranno però last minute», spiega il vicepresidente di Federalberghi Alessandro Fantini.
Nessun insperato boom di presenze sul Sebino, che si prepara a un inverno in linea con la media di stagione: «Il 60% delle strutture è chiuso — spiega Antonella Pastore, presidente del Consorzio Lake Iseo — e chi è rimasto aperto non sta riscontrando grandi numeri per il ponte dell’Immacolata. Anche per Natale le prenotazioni non sono a oggi particolarmente rilevanti, ma per avere un quadro preciso dobbiamo aspetpur tare perché la maggior parte delle prenotazioni viene fatta all’ultimo momento. Per ora siamo sugli stessi numeri del 2019: il lago d’Iseo non è ancora particolarmente appetibile durante la stagione invernale. Nonostante questo abbiamo buone prospettive per il Capodanno».
Nel complesso gli operatori guardano alle vacanze natalizie con ritrovato ottimismo, senza nascondere le difficoltà. A partire dai rincari, che rischiano di compromettere i buoni risultati e condizionano le scelte delle strutture ricettive: molte rimarranno chiuse proprio per l’impossibilità di bilanciare le (sicure) maggiori spese da affrontare con l’incognita legata alle prenotazioni.
Vera protagonista è però la montagna, dove, dopo due
Il 60% delle strutture resta chiuso, ci si prepara a un inverno in linea con la media
anni di grandi difficoltà, sembra arrivata la stagione del riscatto. E potrebbe essere finalmente anche un Natale con gli sci ai piedi, grazie alla neve che sta cadendo sulle vette bresciane e alla possibilità per i comprensori di viaggiare a pieno regime. «Inauguriamo una stagione migliore di quelle appena passate — è la certezza espressa da Fantini — e partiamo sotto i migliori auspici. I gestori delle strutture ricettive di montagna sono moderatamente soddisfatti, per Natale si prevede il tutto esaurito».
Infine a Brescia, dove già si respira aria da Capitale italiana della cultura: «C’è molto interesse per l’appuntamento del 2023. In questo periodo — continua Fantini — assistiamo a una sorta di pre-opening del grande evento. Le camere sono occupate circa al 60- 70% per i l pros s imo weekend». Difficile invece registrare numeri importanti a ridosso del Natale: «Brescia non è ancora considerata una città d’arte vera e propria, vedremo se le cose cambieranno dopo il 2023. Lo sforzo in questo senso deve essere nostro».