«Soffi d’arte»: una mostra e una donazione ufficiale Canto e vetro, un solo respiro
Dalla collezione Pezzoli, venti opere di autori ispirati dalle arie del melodramma
Luogo per eccellenza delle fiabe, il Castello Sforzesco ospita in questo ultimo scorcio di anno una mostra che sembra uscita da un tocco di bacchetta magica per la sorpresa che suscita e la grazia di cui è fatta. Tenendo insieme vetro e bel canto, l’esposizione « Soffi d’arte » presenta venti opere di altrettanti artisti che hanno lavorato ispirati dalle arie del melodramma. L’allestimento, dunque, non poteva che essere lungo le sale del Museo degli strumenti musicali, come un allegro contrappunto. L’idea è di Sandro Pezzoli, collezionista di vetri da oltre quarant’anni durante i quali ha condiviso la passione con Aldo Bellini, socio prima del ristorante e poi della galleria Scaletta, chiusa qualche anno fa.
«Nel 2021 ero al festival di Martina Franca, nato da un gruppo di appassionati musicofili, e pensavo alle tante analogie fra la voce e il vetro, entrambe soffio; così come vedevo affinità tra i soffiatori delle fornaci e i musicisti degli strumenti a fiato. Ero affascinato da questa intuizione; così ho chiesto ad alcuni amici artisti accomunati dalla passione per la lirica se avessero voglia di creare lavori in cui fosse presente il vetro ispirati ad arie operistiche e mi hanno risposto con entusiasmo», racconta Pezzoli.
Ogni opera, in vetro soffiato, modellato, inciso, e spesso anche in unione ad altri materiali, è accompagnata dalla citazione musicale che ne
Delicate suggerisce una chiave di lettura. Per fare un esempio, l’inquietante e insieme dolcissima «Calisto» di Silvia Levenson, è una statua di vetro col viso di un orsetto e un abito azzurro di tulle cosparso di stelline, che rappresenta la protagonista dell’omonima opera di Francesco Cavalli su libretto di Giovanni Faustini: «Vanne Mercurio seco, e difensore, ignoto al lume umano, per l’erta, e per il piano seguirai l’orsa bella destinata già stella».
Ma non è tutto. Con l’occasione della mostra, Sandro Pezzoli ha anche ufficializzato la donazione al Castello di 50 pezzi della sua collezione che ne comprende circa millecinquecento. Erano in esposizione già dal 2017 e adesso entrano definitivamente a far parte collezione civica di vetri artistici, costituita a partire dalla seconda metà dell’Ottocento proprio grazie alle donazioni di privati. Il nucleo storico è rappresentativo soprattutto dalla produzione muranese dal XV al XVIII secolo, ma nei primi quarant’anni del Novecento si è arricchito di opere italiane ed europee acquistate anche dal Comune, soprattutto alle Biennali di Monza e alle Triennali di Milano.
«Con la collezione BelliniPezzoli, di 45 artisti e designer del XX e XXI secolo, la nostra è diventata una delle più vaste, complete e aggiornate raccolte d’Italia», ha ringraziato Fiorella Mattio, conservatrice raccolte d’Arte applicata del Castello e curatrice della mostra assieme a Sandro Pezzoli che ha spiegato i motivi della sua generosità semplicemente così: «Mi piace condividere la bellezza».
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