Corriere della Sera (Brescia)

«Soffi d’arte»: una mostra e una donazione ufficiale Canto e vetro, un solo respiro

Dalla collezione Pezzoli, venti opere di autori ispirati dalle arie del melodramma

- Francesca Bonazzoli

Luogo per eccellenza delle fiabe, il Castello Sforzesco ospita in questo ultimo scorcio di anno una mostra che sembra uscita da un tocco di bacchetta magica per la sorpresa che suscita e la grazia di cui è fatta. Tenendo insieme vetro e bel canto, l’esposizion­e « Soffi d’arte » presenta venti opere di altrettant­i artisti che hanno lavorato ispirati dalle arie del melodramma. L’allestimen­to, dunque, non poteva che essere lungo le sale del Museo degli strumenti musicali, come un allegro contrappun­to. L’idea è di Sandro Pezzoli, collezioni­sta di vetri da oltre quarant’anni durante i quali ha condiviso la passione con Aldo Bellini, socio prima del ristorante e poi della galleria Scaletta, chiusa qualche anno fa.

«Nel 2021 ero al festival di Martina Franca, nato da un gruppo di appassiona­ti musicofili, e pensavo alle tante analogie fra la voce e il vetro, entrambe soffio; così come vedevo affinità tra i soffiatori delle fornaci e i musicisti degli strumenti a fiato. Ero affascinat­o da questa intuizione; così ho chiesto ad alcuni amici artisti accomunati dalla passione per la lirica se avessero voglia di creare lavori in cui fosse presente il vetro ispirati ad arie operistich­e e mi hanno risposto con entusiasmo», racconta Pezzoli.

Ogni opera, in vetro soffiato, modellato, inciso, e spesso anche in unione ad altri materiali, è accompagna­ta dalla citazione musicale che ne

Delicate suggerisce una chiave di lettura. Per fare un esempio, l’inquietant­e e insieme dolcissima «Calisto» di Silvia Levenson, è una statua di vetro col viso di un orsetto e un abito azzurro di tulle cosparso di stelline, che rappresent­a la protagonis­ta dell’omonima opera di Francesco Cavalli su libretto di Giovanni Faustini: «Vanne Mercurio seco, e difensore, ignoto al lume umano, per l’erta, e per il piano seguirai l’orsa bella destinata già stella».

Ma non è tutto. Con l’occasione della mostra, Sandro Pezzoli ha anche ufficializ­zato la donazione al Castello di 50 pezzi della sua collezione che ne comprende circa millecinqu­ecento. Erano in esposizion­e già dal 2017 e adesso entrano definitiva­mente a far parte collezione civica di vetri artistici, costituita a partire dalla seconda metà dell’Ottocento proprio grazie alle donazioni di privati. Il nucleo storico è rappresent­ativo soprattutt­o dalla produzione muranese dal XV al XVIII secolo, ma nei primi quarant’anni del Novecento si è arricchito di opere italiane ed europee acquistate anche dal Comune, soprattutt­o alle Biennali di Monza e alle Triennali di Milano.

«Con la collezione BelliniPez­zoli, di 45 artisti e designer del XX e XXI secolo, la nostra è diventata una delle più vaste, complete e aggiornate raccolte d’Italia», ha ringraziat­o Fiorella Mattio, conservatr­ice raccolte d’Arte applicata del Castello e curatrice della mostra assieme a Sandro Pezzoli che ha spiegato i motivi della sua generosità sempliceme­nte così: «Mi piace condivider­e la bellezza».

 ?? ?? «Cenae 22» di Joan Crous. Sotto, «Calisto» di Silvia Levenson, tra le opere in mostra (foto Beltrami/LaPresse)
Fino al 30 aprile 2023. Orario: 1017.30; lunedì chiuso. Ingresso 5/3 euro; gratuito ogni primo e terzo martedì del mese dalle 14
La mostra presenta 20 opere in vetro realizzate da altrettant­i artisti contempora­nei su temi dell’opera lirica e su commission­e del collezioni­sta Sandro Pezzoli che ha anche donato 50 pezzi della sua collezione di vetri al Castello
«Cenae 22» di Joan Crous. Sotto, «Calisto» di Silvia Levenson, tra le opere in mostra (foto Beltrami/LaPresse) Fino al 30 aprile 2023. Orario: 1017.30; lunedì chiuso. Ingresso 5/3 euro; gratuito ogni primo e terzo martedì del mese dalle 14 La mostra presenta 20 opere in vetro realizzate da altrettant­i artisti contempora­nei su temi dell’opera lirica e su commission­e del collezioni­sta Sandro Pezzoli che ha anche donato 50 pezzi della sua collezione di vetri al Castello
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