Corriere della Sera (Brescia)

Dopo Boris, si va a cena

- Roberta Schira

La Russia che ci piace ricordare è la patria dei grandi Dostoevski­j, Andrej Rublev, Sergei Rachmanino­v. Ma anche quella dell’oreficeria che a fine Ottocento realizzava opere a forma di uovo, firmate da Peter Carl Fabergé e commission­ate dallo zar Alessandro III. In omaggio alla prima scaligera del «Boris Godunov», del compositor­e russo Modest Musorgskij, Gusto 17 ha creato il primo uovo di cioccolato, artigianal­e e personaliz­zato, ripieno di gelato e ricoperto di foglie d’oro. Lo si può comprare e gustare per il periodo natalizio al Foyer di Voce, che propone per la stagione della Scala un aperitivo in collaboraz­ione con Ferrari Trento e due piatti per il dopoteatro. Per esempio: baccalà su crema di cime di rapa, scamorza affumicata al profumo di arance (65 euro vini inclusi). Il livello è alto vista la regia dietro le quinte del brand Aimo e Nadia, mentre i piatti del Foyer sono firmati dal nuovo chef Lorenzo Pesci.

La proposta in sintonia con il «Boris Godunov» del nuovo ristorante gourmet di Palazzo Trussardi, affidato alle cure di Giancarlo Perbellini, è il blasonato menu dove risplendon­o i ravioli di risotto al tartufo bianco; e termina in un trionfo: soufflé ghiacciato al panettone (220 euro, vini esclusi). Il Grand Hotel et De Milan, amatissimo da Giuseppe Verdi, celebra la prima con la cena «Dopo Scala» (menu detardi

L’uovo Fabergé ripieno di gelato è il tocco russo nel Foyer di Voce La nuova Locanda alla Scala punta sul Coulibiac di salmone Classici milanesi al Don Lisander Tartufi e soufflé da Perbellini

dicato alla tradizione milanese) al ristorante interno Don Carlos. L’allestimen­to d’eccezione curato da Giorgia Fantin Borghi fa da sfondo a un riso al salto croccante, cotoletta di prammatica e panettone (95 euro vini inclusi). Sempre in via Manzoni, il ristorante Don Lisander — la cui sala principale era l’originaria cappella di Palazzo Trivulzio — amplifica l’atmosfera natalizia con il giardino annesso, godibile dal patio. Per la prima rimane aperto sino a

Tradiziona­le e festeggia con un piatto inedito: una citazione di Gualtiero Marchesi, che per primo trasformò l’iconica costoletta in tanti cubi, panati su tutti i lati. Lo chef Filippo Cavalera con il patron Stefano Marazzato lo ripropongo­no abbinandol­o a un soffice di patate ratte, scalogno e gel alla salvia (38 euro). Al Don Lisander si possono vedere le opere di Marco Nereo Rotelli, esposte nella nuova sala contigua al Poldi Pezzoli.

Un format rarissimo a Milano, la locanda, è rappresent­ato in versione chic a pochi passi dal Piermarini. La recente apertura del patron Alberto Tasinato, con il giovane chef Francesco Iob (imperdibil­i gli agnolotti del plin ai tre arrosti), si chiama appunto Locanda alla Scala. Solo per la giornata della prima si gusta il Coulibiac di salmone, antico piatto della tradizione russa. Una fragrante sfoglia ricopre un trancio di salmone, riso, funghi e uova. Anche il ristorante di Daniel Canzian, a Brera, si sintonizza sulla Scala proponendo, la sera di Sant’Ambrogio, la cena M.O.M.A, acronimo che significa «menu opere movimenti artistici». Così la descrive chef Canzian: «Uno spettacolo in scena sulla tavola», con il brodo di Leonardo Da Vinci (speziato, a base di funghi porcini e bucce di bergamotto e arancia) e l’uovo di selva in cereghin Fauves (menù a 110 euro).

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Da sinistra, un tavolo al Don Lisander; l’uovo di cioccolato ripieno di gelato e ricoperto di foglie oro creato da Gusto 17; Trussardi by Giancarlo Perbellini
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 ?? ?? Il menu «Dopo Scala» del Don Carlos all’interno del Grand Hotel et De Milan propone riso al salto, cotoletta e panettone (foto Furlan/ LaPresse)
Il menu «Dopo Scala» del Don Carlos all’interno del Grand Hotel et De Milan propone riso al salto, cotoletta e panettone (foto Furlan/ LaPresse)

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