Mine vaganti, ritorno in gloria
Iaia Forte: «Come gruppo in scena siamo una forza e il pubblico l’ha capito»
Se il film del 2010, premiato anche dal David di Donatello, fu un grande successo, la trasposizione teatrale di «Mine vaganti» di Ferzan Ozpetek, che firma testo e regia, si avvia al bis. «Lo spettacolo lo scorso anno è stato campione d’incassi ed è una bella soddisfazione non solo vedere i teatri sempre strapieni, ma anche la felicità del pubblico nell’accogliere questo testo», dice Iaia Forte che nella storia è la volitiva Stefania, moglie dell’imprenditore Vincenzo Cantone e madre di due giovani le cui scelte esistenziali (fra cui un doppio coming out) rischiano di stravolgere la vita dell’intera famiglia. «Per fare fronte a questo successo siamo in tour fino a marzo ‘23, ripresentandoci anche in varie città dove lo scorso anno non è stato possibile soddisfare tutte le richieste».
Come Milano e il Teatro Manzoni che, dopo gli esauriti dello scorso marzo, torna a ospitare da stasera questa brillante commedia corale. A capitanare il numeroso cast (fra gli altri ci sono Simona
Colpo al cuore
Marchini, la nonna, Edoardo Purgatori & Carmine Recano, i figli), c’è Francesco Pannofino, nei panni dell’ottuso Vincenzo, padre padrone e incapace di accettare le scelte diverse dei suoi figli. «Un uomo meridionale che finisce per essere universale: non vede al di là del proprio naso, pensa solo a fare soldi, a mantenere inalterata la sua vita placida e davanti a un colossale “imprevisto” va in difficoltà», lo ha descritto l’attore. Al suo fianco Iaia Forte è la moglie Stefania: «Mi piace molto giocare con i toni da commedia: a teatro in genere ho fatto cose drammatiche. E questa è una commedia che restituisce il senso dell’individualità e del rispetto per la la libertà di ogni essere umano», racconta l’attrice napoletana, attivissima al cinema e in tv oltre che a teatro. «Dopo tanti ruoli estremi a teatro, questo di Stefania è il personaggio più “esotico” che mi sia capitato: è una donna borghese, tipica madre meridionale profondamente determinata, che finge di fare scegliere al marito, in realtà è lei che decide. E poiché ha grande comprensione e calore, riuscirà a fare accettare al consorte la sorpresa che hanno avuto dai figli. È un divertente spettacolo corale che ha fra i suoi punti di forza l’armonia vera che regna nel cast e che il pubblico percepisce. Un gruppo è sempre una forza, e quando è reale e condivide la voglia di giocare con questo bel testo che ci ha dato Ferzan, c’è un potenziamento dello spettacolo stesso. Per cui, lunga vita alle “mine vaganti”!».