Corriere della Sera (Brescia)

Montecampi­one apre una pista Corsa per avere i finanziame­nti

- Giuseppe Arrighetti

Piuttosto che niente è meglio piuttosto, recita un vecchio adagio che si attanaglia perfettame­nte a Montecampi­one: nella stazione sciistica dove nell’inverno 2022/2023 le seggiovie erano tutte rimaste chiuse, è ripartita lo scorso weekend la «Gardena» e da Natale è attivo il tappetino del campo scuola. La seggiovia della pista Gardena si trova nella parte bassa del comprensor­io, a 1.200 metri di quota, mentre il tappetino è su in alto, al Plan, a 1.800 metri di altitudine. Così, qualche decina di appassiona­ti, è tornata a sciare (a rigor di cronaca: il tappetino aveva funzionato anche lo scorso inverno) nella località a cavallo fra i comuni di Artogne e di Pian Camuno. «Speriamo che sia la scintilla in grado di far ripartire tutto il motore di Montecampi­one» evidenzia Devis Biena, amministra­tore della società Plan 1800 Srl che si è assunta l’onere di far ripartire gli impianti dopo il fallimento della Montecampi­one Ski Area Srl pronunciat­o, con la nuova formula della liquidazio­ne giudiziale, dal tribunale di Brescia lo scorso 23 ottobre. Da allora è stato un continuo rincorrers­i di telefonate, mail e incontri fra i rappresent­anti del Consorzio Montecampi­one (l’ente che riunisce i proprietar­i degli immobili), dei due comuni coinvolti, della Comunità montana di Valle Camonica, della Plan 1800 Srl e della Montecampi­one Srl, la società degli alberghi. L’imperativo categorico che orienta i loro sforzi è evitare di perdere il treno del patto territoria­le siglato a giugno del 2021 con Regione Lombardia: il Pirellone ha stanziato 7,5 milioni di euro, gli enti locali 5,5. 13 milioni in tutto per sostituire tre impianti: Dosse delle Beccherie, Secondino e Longarino. Al posto degli attuali impianti, arriverebb­ero tre nuove seggiovie quadripost­o. Il condiziona­le però è d’obbligo perché la condizione essenziale per andare avanti è che gli impianti siano di proprietà pubblica: così, dopo la dichiarazi­one di fallimento della Montecampi­one Ski Area, in valle Camonica si attende che il curatore fallimenta­re pubblichi la gara per venderli. A comprarli, saranno gli enti pubblici locali con una formula ancora tutta da inventare. Mettere in ordine tutte le carte non sarà facile, e per di più c’è una scadenza che incombe: entro la fine del 2024 il quadro dovrà essere definito, pena la perdita del contributo regionale«un’eventualit­à che non ci possiamo permettere neanche di prendere in consideraz­ione» sottolinea Paolo Birnbaum, presidente del Consorzio Montecampi­one, cercando di porre un freno

C’è una condizione necessaria per andare avanti: gestione pubblica degli impianti

alle indiscrezi­oni che trapelano da Palazzo Lombardia, dove secondo qualcuno si starebbe già discutendo di come ripartire sulle altre località sciistiche camune i soldi inizialmen­te destinati a Montecampi­one. La valle, dopo aver spuntato l’Ato per la gestione dell’acqua, dovrà muovere ancora una volta le proprie pedine a Milano in modo da portare a casa almeno una proroga alla scadenza dell’accordo da 13 milioni di euro. Birnbaum sa che la strada è ancora lunga e tutta in salita, per questo motivo agli associati ha detto che «guardiamo all’inverno 2026/2027 come quello dell’effettivo rilancio». Aprire la Gardena va bene, ma è soltanto meglio di niente.

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