Montecampione apre una pista Corsa per avere i finanziamenti
Piuttosto che niente è meglio piuttosto, recita un vecchio adagio che si attanaglia perfettamente a Montecampione: nella stazione sciistica dove nell’inverno 2022/2023 le seggiovie erano tutte rimaste chiuse, è ripartita lo scorso weekend la «Gardena» e da Natale è attivo il tappetino del campo scuola. La seggiovia della pista Gardena si trova nella parte bassa del comprensorio, a 1.200 metri di quota, mentre il tappetino è su in alto, al Plan, a 1.800 metri di altitudine. Così, qualche decina di appassionati, è tornata a sciare (a rigor di cronaca: il tappetino aveva funzionato anche lo scorso inverno) nella località a cavallo fra i comuni di Artogne e di Pian Camuno. «Speriamo che sia la scintilla in grado di far ripartire tutto il motore di Montecampione» evidenzia Devis Biena, amministratore della società Plan 1800 Srl che si è assunta l’onere di far ripartire gli impianti dopo il fallimento della Montecampione Ski Area Srl pronunciato, con la nuova formula della liquidazione giudiziale, dal tribunale di Brescia lo scorso 23 ottobre. Da allora è stato un continuo rincorrersi di telefonate, mail e incontri fra i rappresentanti del Consorzio Montecampione (l’ente che riunisce i proprietari degli immobili), dei due comuni coinvolti, della Comunità montana di Valle Camonica, della Plan 1800 Srl e della Montecampione Srl, la società degli alberghi. L’imperativo categorico che orienta i loro sforzi è evitare di perdere il treno del patto territoriale siglato a giugno del 2021 con Regione Lombardia: il Pirellone ha stanziato 7,5 milioni di euro, gli enti locali 5,5. 13 milioni in tutto per sostituire tre impianti: Dosse delle Beccherie, Secondino e Longarino. Al posto degli attuali impianti, arriverebbero tre nuove seggiovie quadriposto. Il condizionale però è d’obbligo perché la condizione essenziale per andare avanti è che gli impianti siano di proprietà pubblica: così, dopo la dichiarazione di fallimento della Montecampione Ski Area, in valle Camonica si attende che il curatore fallimentare pubblichi la gara per venderli. A comprarli, saranno gli enti pubblici locali con una formula ancora tutta da inventare. Mettere in ordine tutte le carte non sarà facile, e per di più c’è una scadenza che incombe: entro la fine del 2024 il quadro dovrà essere definito, pena la perdita del contributo regionale«un’eventualità che non ci possiamo permettere neanche di prendere in considerazione» sottolinea Paolo Birnbaum, presidente del Consorzio Montecampione, cercando di porre un freno
C’è una condizione necessaria per andare avanti: gestione pubblica degli impianti
alle indiscrezioni che trapelano da Palazzo Lombardia, dove secondo qualcuno si starebbe già discutendo di come ripartire sulle altre località sciistiche camune i soldi inizialmente destinati a Montecampione. La valle, dopo aver spuntato l’Ato per la gestione dell’acqua, dovrà muovere ancora una volta le proprie pedine a Milano in modo da portare a casa almeno una proroga alla scadenza dell’accordo da 13 milioni di euro. Birnbaum sa che la strada è ancora lunga e tutta in salita, per questo motivo agli associati ha detto che «guardiamo all’inverno 2026/2027 come quello dell’effettivo rilancio». Aprire la Gardena va bene, ma è soltanto meglio di niente.