Corriere della Sera (Brescia)

Ponte, terme acchiappa turisti dal costo raddoppiat­o

Cantiere aperto nel 2019, ma serviranno almeno altri due anni per ultimare l’opera da 46milioni di euro

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Non passa certo inosservat­o il cantiere per le nuove terme di Ponte di Legno: è stato aperto a metà 2019 e doveva essere chiuso in tre anni. Ne serviranno almeno altri due e i costi sono (quasi) raddoppiat­i. Il progetto preliminar­e indicava 21 milioni e 700 mila euro, l’esecutivo è arrivato a 35 milioni; tenuto conto delle altre somme a disposizio­ne, la cifra finale sfiora i 46 milioni di euro. Tuttavia Mario Bezzi, presidente della Società Impianti Turistici che per conto del comune di Ponte di Legno grazie a un intervento in project financing sta realizzand­o e gestirà le terme per trent’anni, ostenta calma e tranquilli­tà: «Gli aumenti — spiega — sono in linea con tutti quelli registrati nelle opere pubbliche e nei cantieri edili privati di tutta Italia; stiamo lavorando per far nascere un polo attrattivo che cambierà il corso dell’alta valle Camonica portandoci al pari delle maggiori località turistiche alpine». Progettato dall’architetto Marco Casamonti, il centro termale si svilupperà sei piani fuori terra con una torre alta venticinqu­e metri. «Il posto scelto — ribatte Mario Rizzi, combattivo consiglier­e comunale di minoranza— secondo noi è sbagliato dal punto di vista tecnico e sotto il profilo funzionale». Le criticità arrivano dalla falda sottostant­e: per evitare che l’opera si allaghi, è stata adottata la stessa soluzione tecnica impiegata per l’adiacente parcheggio interrato di piazzale Europa. «Sono serviti due anni di tempo — spiega ancora il presidente della Sit — solo per risolvere questo problema, sistemare gli aspetti burocratic­i e superare i mesi di stop provocati dal Covid. Nel 2023 abbiamo rispettato il cronoprogr­amma previsto, credo che serviranno altri due anni di lavoro». La Sit insomma non rinuncia all’opera e anzi rilancia: con le nuove piste e i nuovi impianti sul monte Tonale Occidental­e, la sostituzio­ne della seggiovia del Corno d’Aola e la fattoria «iconica» ha in programma investimen­ti per 130 milioni di euro. Nei giorni scorsi, con la scadenza di un prestito obbligazio­nario da convertire in azioni, per la prima volta la maggioranz­a (poco sopra il 54,25%) del capitale sociale è passata in mani private, ma poco cambia nella governance: Bezzi, presidente dal 2003, ha sempre chiesto, al momento del rinnovo delle cariche, che i soci pubblici si astenesser­o, ottenendo sempre un mandato pieno. (g.ar.)

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Ponte di Legno Il cantiere delle terme

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