IL PANETTONED’ORODI SANBIAGIO SEGNODIGRATITUDINEDALBASSO
Multe degli ausiliari
Avevo preso una multa per aver parcheggiato in zona residenti senza aver esposto il pass ma mi hanno informato che non serve più esporlo. La mia auto risulta associata a me e segue la mia residenza. Ho contattato i vigili, mi hanno detto di rivolgermi ad Atm per gli ausiliari della sosta. Ho chiamato al telefono Atm ma c’è solo una voce registrata. Inutile commentare, Milano è una città allo sbando.
Truffe «stradali»
L’altro giorno guidavo a bassa velocità in condizioni di visibilità non ottimali (pioggia e oscurità) quando ho sentito una botta nella parte posteriore dell’ auto. Mi sono subito fermato e un ragazzotto si è diretto verso di me inveendo e sostenendo che nell’urto gli avevo rotto gli occhiali. Occhiali che aveva tra le mani semidistrutti. La cosa mi ha insospettito. Il tipo si è identificato come appartenente alle « fiamme azzurre » ( ?), ex campione olimpico di arti marziali, attualmente chef. Tutte dichiarazioni che mira
Caro Schiavi, nel giorno di San Biagio, santo caro ai milanesi e associato al panettone, perché “san Bias el benedis la gola e el nas” ci sarà la premiazione di persone, volontari e associazioni che in silenzio si occupano degli altri: parliamo del “Panettone d’oro”, premio alla virtù civica di milanesi cittadini ed esteso anche all’area metropolitana. Il perseguimento del bene comune, il senso civico, il mettersi al servizio degli altri non ha confini ed è giusto che possa essere conosciuto, valorizzato e premiato, non in pompa magna come avviene con le benemerenze comunali decise a livello politico che ogni anno generano polemiche su alcuni dei prescelti (sempre e comunque personaggi conosciuti e affermati).
Ricordo l’anno in cui fu premiato con il panettone d’oro Pietro Pastorini, allenatore ultraottantenne ancora in attività, che ha allenato anche ragazzi difficili nel contesto di Quarto Oggiaro portandoli sui gradini più alti dell’atletica: era stato dimenticato nella lotteria dell’Ambrogino. Anche l’Angelo invisibile che aiuta i poveri non ha avuto l’Ambrogino ma il Panettone, a conferma che il premio rappresenta il vero “spirit de Milan”.
Il pass che (non) c’è
Il trucco degli occhiali
vano a intimidirmi. Ha pure finto una telefonata al «cognato carabiniere». Ho offerto un rimborso di 50 euro per gli occhiali. Ha iniziato a minacciarmi e ha rilanciato: «Dammi 100 euro». Ho capito trattarsi di una truffa e ho detto che non gli avrei dato nulla e che avrei chiamato io i carabinieri. Prima di ripartire il tizio mi pregava: «Dammi almeno
Basilica delleGrazie
Gentile Aldo, il panettone d’oro è un segno di gratitudine dal basso in cui si riconosce anche questa rubrica, perché intercetta una Milano che non cerca visibilità, fa e basta, esprime con azioni civiche il meglio del volontariato con un’attenzione speciale per chi è rimasto indietro o è in difficolta nella vita. Più che un premio è un riconoscimento che da 24 anni nel giorno di San Biagio racconta un’altra città, ne fa una capitale diversa, solidale, responsabile, che si organizza nei quartieri, nelle parrocchie e nelle associazioni per integrare, supportare, incivilire e anche dare l’esempio. È nato per iniziativa dei Comitati cittadini e ha preso il posto di un altro popolare riconoscimento, la Michetta d’argento, mutuata dal pane della tradizione popolare che si deve mangiare fresco e croccante, ormai una rarità. L’accostamento con l’Ambrogino viene facile, ma qui la politica non entra nelle designazioni: chi è segnalato e merita riceve il simbolico distintivo, senza polemiche e faziosità. L’elenco è sempre troppo lungo, ma questa è una buona notizia: vuol dire che il bene non si è stancato di fare il bene. «Sto coi fanalini di coda», è il titolo di un libretto scritto da un volontario. Può essere la sintesi del Panettone d’oro. i 50 euro». Ero rimasto al trucco dello specchietto, ma il trucco degli occhiali rotti mi mancava.
È stata abbattuta una delle più belle piante di Milano, un Fagus sylvatica varietà purpurea,
Il faggio soffocato
un maestoso albero in via Caradosso, simbolo legato alla Basilica delle Grazie.
Un vero dolore; era una pianta magnifica, perfettamente impalcata, un vero esemplare. La pianta ha cominciato a soffrire quando, qualche anno fa, qualche sconsiderato ha pensato di ci rcondare l ’ albero con un’aiuola, alzando di almeno
Le lettere firmate con nome, cognome e città vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827703 mezzo metro il terreno alla base della pianta. Il colletto della pianta è stato completamente sommerso, operazione che nessun giardiniere competente avrebbe mai potuto immaginare. La pianta soffocata ha cominciato a soffrire, e come tutti gli esseri viventi che sono in affanno, non ha retto alle ultime estati torride.