Corriere della Sera (Brescia)

Un alieno da intenditor­i

Al lime da Viva, Ber ton lo italianizz­a, per S ad lerè piccante: il granchio blu da terrore dei maria portata top

- Roberta Schira

Chi avrebbe detto che il granchio blu, quasi sconosciut­o sino a non molto tempo fa, non solo diventasse protagonis­ta di paginate giornalist­iche, storie e post in Rete, servizi tv, ma addirittur­a entrasse tra le nuove parole dell’anno selezionat­e dall’Encicloped­ia Treccani, con «armocromis­ta» e «underdog»?

Originario dell’Atlantico, è stato introdotto nel Mediterran­eo con le acque di zavorra delle navi. Fa danni rilevanti in Adriatico, dove ha trovato l’habitat ideale. Da alieno, divora specie autoctone quali vongole e cozze, tagliando con le chele le reti di protezione degli allevament­i. Governo e Regioni hanno stanziato 12,9 milioni di euro in ristori e sostegni alle aziende colpite e Fedagripes­ca stima che il danno abbia raggiunto i 100 milioni. Dall’emergenza è nata un’opportunit­à: trasformar­e l’intruso in piatto commestibi­le. Merito anche della startup Blueat, nata a fine 2021 da un gruppo di cinque giovani imprenditr­ici e biologhe che hanno fatto conoscere le specie aliene, promuovend­one la pesca e l’uso in cucina.

Il titolare della pescheria Spadari, Filippo Fasolato, dice: «È un fenomeno scoppiato la scorsa estate. Il granchio blu, catturato per salvaguard­are l’ambiente marino, ha prezzo convenient­e. Rispetto a King Crub, aragoste e astici, che costano dai 90 ai 130 euro al kg, il blu resta sui 25 euro. Nel ristorante lo utilizziam­o nel sugo per le linguine».

Ne fanno uso tre chef stellati, curiosi di trovare nuovi ingredient­i e perché è una giusta causa. La prima è Viviana Varese, titolare di Viva, molto attenta al risvolto etico degli ingredient­i. Lo inserisce in una raffinatis­sima zuppa al profumo di lime e salsa di cocco. La polpa è contenuta in una pallina fritta, in accompagna­mento: piatto elegante, con citazioni asiatiche.

Andrea Berton lo italianizz­a sposandolo con lo spaghetto alla chitarra. Dice: «Ne estraggo la polpa per arricchire il sugo e recupero le chele per guarnire. Anche in quantità limitata si ottiene intensità di sapore».

Da Claudio Sadler la polpa finisce in una zuppetta, abbinata a un passato leggerment­e piccante di fagioli di Controne. Dice lo chef: «Una buona base, cui aggiungo ingredient­i come pezzi scottati di cotiche di maiale, per dare cremosità e dolcezza, e i tubetti, un formato della nostra pasta fresca».

Granchio blu anche nei ristoranti A’Riccione. « Una scelta etica», commenta Marco Fossati, executive chef, «visto i danni che il granchio fa in Adriatico. Divora le moeche, introvabil­i sul mercato. Ha carne saporita, ma richiede una lavorazion­e impegnativ­a, in fase di pulizia e preparazio­ne». Spiega Giuseppe Di Paolo, con il fratello Dante fondatore e titolare dell’insegna: «Dopo averlo pulito e recuperate le chele, lo passiamo in farina di riso e lo soffriggia­mo in olio con cipollotto fresco. Rosolato, aggiungiam­o lo zenzero, sfumiamo con il sake e cuociamo cinque minuti con il dashi, brodo giapponese. La salsa diventa una crema. Serviamo con croccanti fagiolini al vapore».

Chi vuole assaggiarl­o senza investire troppo lotrov ada Eataly. In pescheria fresco, al ristorante del primo piano nel ripieno dei ravioli. Sempre contenuto nei ravioli, a firma Artusi, è in vendita nel banco dei freschi da cucinare a casa. Eataly ha previsto incontri didattici per insegnare a trattarlo.

Mentre il granchio blu si impone come nuova prelibatez­za, un’altra specie infestante minaccia le nostre acque. È una piccola chiocciola di origini asiatiche, la sinotaia quadrata, presente nell’Arno e altri fiumi toscani. Ma è potenzialm­ente tossica, non avrà quindi (per fortuna) il meritato successo del granchio alieno.

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Nella foto grande, Claudio Sadler con lo chef Park Kisung: nel ristorante dell’Hotel Baglioni il granchio blu finisce in zuppa. In alto a sinistra, Andrea
Stellati Nella foto grande, Claudio Sadler con lo chef Park Kisung: nel ristorante dell’Hotel Baglioni il granchio blu finisce in zuppa. In alto a sinistra, Andrea
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LaPresse). Qui sopra Viviana Varese che lo inserisce nella sua zuppa al profumo di lime
Berton che lo usa per condire gli spaghetti. In alto, la pescheria Spadari (foto LaPresse). Qui sopra Viviana Varese che lo inserisce nella sua zuppa al profumo di lime

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