Tutti gli angeli del REICH
Oggi alle Paoline Francesco Comina con il suo «La lama e la croce. Storie di cristiani che si opposero a Hitler»
Non si può consegnare all’oblio il gesto eroico dei giovani della Rosa Bianca che si immolarono per opporsi al nazismo, seguendo gli ideali di un Europa federale, né il sacrificio del contadino Franz Jägerstätter, beato insieme a Josef-MayrNusser. Oltre ai più noti oppositori antinazisti, molti cattolici rimasti nell’ombra sacrificarono la vita nel rispetto dei valori del cristianesimo. Nomi come quello del pacifista Max Josef Metzger, l’angelo di Auschwitz Maria Angela Autsch, i giovanissimi del circolo Klingenbeck e molti altri caduti sotto la ghigliottina del regime sono narrati dal giornalista Francesco Comina,autore del libro La lama e la croce. Storie di cristiani che si opposero a Hitler (LEV 2024, € 14, pp. 176), che sarà presentato oggi pomeriggio alle 17,30 alla Libreria Paoline di via G. Rosa, 57: un’iniziativa Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura e Associazione Fiamme Verdi, in occasione del Giorno della Memoria, che vede l’autore in dialogo con Marta Perrini, consigliera CCDC.
«Chi muore così muore bene» scriveva il teologo tedesco Paul Gerhardt citato sul patibolo da una delle donne raccontate nel libro: a parte qualche conosciuta eccezione, perché queste storie di martiri cristiani sono state poco raccontate?
«Alcune storie hanno avuto fortuna perché hanno incrociato grandi figure come Romano Guardini, Thomas Mann e Dietrich Bonhoeffer; altre sono rimaste sottotraccia, a causa di una rimozione collettiva in Germania e Austria. Oggi è chiaro come non tutto il popolo tedesco fu colluso con il regime, ma moltissime persone e organizzazioni tentarono di fermarlo».
Molti di questi testimoni di fede criticarono aspramente la diplomazia di contenimento della Chiesa.
«Le persone raccontate erano di fede cattolica ma alimentate dal fuoco della coscienza, bruciate dalla volontà di tenere saldi i termini del Vangelo e per questo si opposero al silenzio della Chiesa. Per loro tenere insieme la fede nella Beatitudini e quella nel Reich era impossibile».
In che cosa il nazismo fu profondamente contrario ai valori del cristianesimo?
«Il Discorso della montagna è il manifesto dell’etica cristiana: beati i poveri, beati gli umili, beati i pacifici. In Germania si sosteneva il contrario: si pensi alla legge sull’eutanasia che metteva a morte coloro che erano considerati “improduttivi”. Come disse la filosofa Ágnes Heller quello di Hitler fu un tentativo pagano di porsi al posto di Dio».
La guerra è tornata a bussare alle porte d’Europa che “nacque dall’inferno”. Il mondo non ha imparato nulla da questo?
«Vi è stato un calo di motivazione e determinazione rispetto a quello che aveva spinto a creare organismi di pace per sostenere “mai più la guerra”. Nazionalismi, sovranismi, mercato delle armi, antisemitismo di ritorno sono riemersi e la memoria è meno sentita».
Oggi papa Francesco parla di guerra mondiale “a pezzi”. Lei è stato coordinatore per dieci anni del Centro per la Pace del Comune di Bolzano: la strada del dialogo è ancora perseguibile?
«È necessariamente perseguibile per evitare una deflagrazione universale e il rischio di un incendio internazionale con l’uso dell’atomica. La logica della pace, della diplomazia, con la guerra “fuori dalla storia” è l’unica via razionale e pensabile».